Il paragone osceno di Rita Pavone: "A Salvini dico 'grazie' come lo dicevo a Togliatti"

La cantante in gara al prossimo Festival di Sanremo dice la sua dopo le critiche: "Erano un rischio calcolato"

Rita Pavone
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8 Gennaio 2020 - 10.51


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“Le critiche erano un rischio calcolato. Matteo Salvini mi difende? Gli dico ‘grazie’ come lo dicevo a Palmiro Togliatti che parlava sempre bene di me”, parola di Rita Pavone che, a 48 anni dall’ultima volta, torna al Festival di Sanremo. Una notizia di cui si dice sorpresa lei stessa, dopo che Amadeus – direttore artistico e conduttore della prossima edizione, la 70esima – aveva già reso nota la lista dei 22 artisti in gara, portati ora a 24 con gli inserimenti in extremis della Pavone e di Tosca.

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“Ho scoperto di esserci anche io solo lo scorso venerdì – racconta all’ANSA, appena finita la sessione per le foto di rito in vista del festival -. Mi ha chiamato lo stesso Amadeus per dirmi che lunedì mi sarei dovuta presentare a Roma per la trasmissione. Tosca ha pensato a uno scherzo di Fiorello, io invece ho iniziato a preoccuparmi del vestito e del parrucchiere”.

La cantante si dice felicissima della chiamata al Festival. “Mi hanno raccontato che ero già dentro, ma che volutamente il mio nome non era stato annunciato perché la Rai voleva avere una sorpresa da giocarsi. Comunque sia, io sono contenta di esserci. Lo prendo come un bel regalo di Natale, anzi della Befana!”.

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In tanti sui social all’annuncio della sua presenza nel cast di Sanremo hanno gridato al festival sovranista, per le posizioni espresse in passato dall’artista a favore del leader della Lega Matteo Salvini. ”È un rischio che sapevo di correre, ma come diceva Charlie Chaplin, preoccupati più della tua coscienza che della reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è un problema loro”, taglia corto, risoluta a non farsi rovinare il bel momento.

A chi, sul Corriere della Sera, le domanda se si senta “sovranista”, Rita Pavone risponde:

“Mi definisco liberale. Guardo le cose, non il partito cui appartiene chi le dice. Sono profondamente italiana: vivo in Svizzera, come Mina, De Benedetti o Tina Turner, e ho il doppio passaporto, ma le mie radici sono in Italia. Mi preoccupo del mio Paese anche se non ci vivo. Se questo è essere sovranisti… per me è essere attaccati al proprio Paese. I mie genitori sono sepolti in Italia, sono legata alla mia città, Torino, e tifo Juventus”.

A Matteo Salvini che ha difeso la sua partecipazione a Sanremo dalle critiche con la frase “La sinistra ha scoperto un nuovo nemico del popolo”, sul Corriere Rita Pavone dice:

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“Gli dico grazie. Come ringraziavo Palmiro Togliatti che parlava bene di me a tutti”.

Le critiche sembrerebbero non scalfire l’artista, che all’ANSA afferma: “Ho 74 anni, ma la mia voce non l’ha ancora capito. Se non mi guardo allo specchio non me lo ricordo neanche io. E dato che il tempo non si è accorto dell’errore, io vado avanti per la mia strada. L’età anagrafica è solo per la carta d’identità: quello che si ha dentro non sempre rispecchia quello che si è fuori. Tutti hanno il diritto di dimostrare le loro capacità. La modestia non deve essere ipocrisia e io so di avere ancora una gran bella voce”.

“Non ho la presunzione di andare lì per vincere, vado piuttosto per far scoprire una Rita Pavone che non è più quella del Geghegè (uno dei suoi successi), ma che sa dare ancora tanta energia”, aggiunge.

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