La storia raccontata attraverso i Bronzi di San Casciano in mostra al Quirinale

Le stanze del Quirinale riaprono dopo la pandemia, inaugurando la mostra "Gli Dei ritornano - I bronzi di San Casciano". Dal 2 al 29 settembre è possibile immergersi in questo mondo che sta ricomparendo dal fango e dell'acqua

La storia raccontata attraverso i Bronzi di San Casciano in mostra al Quirinale
In foto i Brozi di San Casciano
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30 Agosto 2023 - 10.10 Culture


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Intitolata “Gli dei ritornano – I bronzi di San Casciano“, la mostra riaprirà nuovamente nelle stanze del Quirinale dal 2 settembre al 29 ottobre. Frutto fortunato di “un lavoro di gruppo lungo anni”, come ripete emozionato il responsabile dello scavo Jacopo Tabolli, i tesori usciti dallo scavo nelle campagne del borgo toscano non vengono solo esposti, ma anche raccontati al pubblico con un percorso che si articola in sette piccole sale che i due curatori – lo stesso Tabolli insieme al Direttore Generale dei Musei del Mic Massimo Osanna – hanno immaginato essere simile ad un viaggio all’interno del paesaggio delle acque calde del territorio di Chiusi.

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Silvia Lambertucci, giornalista ANSA, descrive la mostra come incubatrice di opere straordinarie: c’è l’efebo malato, il volto di giovane uomo segnato dal dolore e quel corpo così lungo, magro, imperfetto.

E poco più in là, l’Apollo danzante, capolavoro assoluto di leggerezza e potenza, ma anche “l’Arringatore”, fiero nella sua toga, il tenero putto che regge in mano una mela, le matrone impettite, e poi quella valanga di mani, piedi, braccia, orecchie offerti come ex voto, il tesoro incredibile di monete alcune che sembrano uscite oggi dalla zecca. Straordinari e insieme commoventi con quel loro carico di dolente umanità che arriva da secoli lontani, eccoli i Bronzi di San Casciano, esposti al pubblico per la prima volta nelle sale del Quirinale, come fu tanti anni fa per “i Bronzi di Riace.”

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La mostra ha lo scopo di lanciare il visitatore indietro nel tempo, in un viaggio che inizia dai luoghi circostanti San Casciano, esponendo ritrovamenti di statuette in bronzo, ex voto e straordinarie maschere: tramite essi si conosce il luogo della scoperta così come si presentava prima degli scavi, con i ritrovamenti di statue e altari in travertino, fatti nei secoli scorsi, per poi alla fine immergersi nella vasca sacra, riscoprendo passo passo molti di quegli straordinari oggetti, volti, arti, strumenti medici venuti alla luce.

“Qui matrici e iscrizioni diverse, in etrusco e in latino raccontano di un universo accogliente dove multiculturalismo e plurilinguismo erano cifra costitutiva di questo luogo sacro,” spiega Osanna. C’è la dea con la serpe avvolta sul braccio, ma anche l’orecchio con la lunga iscrizione finemente incisa che racconta la storia di un’altra richiesta agli dei. O l’incredibile poliviscerale, di fatto una rappresentazione fedelissima in bronzo degli organi interni di un uomo che accompagna la richiesta di grazia di un ricco schiavo, amministratore della tenuta di una potente matrona romana.

La giornalista spiega chiaramente che mentre si osserva la bellezza di questi bronzi, stupendosi di fronte alle incredibili condizioni nelle quali si sono conservati nell’acqua bollente della vasca, ci si trova a pensare agli uomini e alle donne che sono dietro a queste offerte, alle tante storie di vita, di malattie e di guarigioni, di speranze esaudite e di cocenti delusioni che si accompagnano a questi oggetti. In alcuni casi ne vediamo i volti, ne leggiamo le parole, ne conosciamo persino i nomi, i ruoli che svolgevano nella società.

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“Un documento commovente dell’avventura umana,” sintetizza Giovanni Grasso, consigliere per la stampa e la comunicazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presentando l’esposizione.

Al termine della mostra è probabile che i bronzi, per volontà del ministro della cultura Sangiuliano, continueranno il loro tour in altri luoghi, anche se per alcuni sarà necessaria una nuova tappa nei laboratori di restauro dell’Icr, che ha già lavorato per ripulirli e metterli in sicurezza. Il Direttore Generale Archeologia Luigi La Rocca ha assicurato che il Ministero della Cultura sta investendo molto in questo progetto: in primis, c’è stato l’acquisto del museo che dovrà ospitare i reperti nel centro di San Casciano – costato 600 mila euro, pronto in parte già il prossimo anno – senza però dimenticare i restauri, per un totale al momento di 140 mila euro, e gli espropri dei terreni circostanti allo scavo per consentire di ampliare la ricerca, ai quali sono stati destinati 60 mila euro.

Difatto, gli scavi sono ripresi: “L’obiettivo non sarà più per ora la vasca bensì lo spazio che la circonda,” anticipa Tabolli. E chissà che non arrivino davvero altre clamorose scoperte come “la scuola di medicina o la clinica” che, gli archeologi ne sono sicuri, erano attive intorno al santuario e alle terme curative.

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Dal fango e dall’acqua bollente stanno rinascendo persone e cose che si pensava fossero perdute: la storia riemerge e le sale del Quirinale ne rappresenteranno il primo assaggio.

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