Cinque anni di storia noi li abbiamo vissuti con Globalist

In un momento di crisi della carta stampata, Globalist rappresenta un buon rifugio e una tribuna interattiva. Ora Globalist si veste di nuovo. E noi ci siamo. [Giancarlo Governi]

Globalist si veste di nuovo
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Giancarlo Governi Modifica articolo

9 Maggio 2016 - 14.53


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Sono passati 5 anni, un lustro. In questi anni è caduto Berlusconi, Napolitano ha nominato in dieci minuti Mario Monti senatore a vita che è andato a palazzo Chigi al grido di “lacrime e sangue” contro lo spread. Monti s’è portato dietro la professoressa Fornero che ha messo in piedi un esercito di “esodati”, una categoria di disgraziati costretti ad andare in pensione senza percepire il relativo assegno. La Fornero pianse davanti alle telecamere e quindi furono lacrime della professoressa per il sangue degli esodati.

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 Poi ci furono le elezioni più disastrose della storia della Repubblica. Bersani che aveva stravinto le primarie del PD, battendo il giovane Renzi, ed era accreditato di un margine di 10 punti si smarrì in una campagna elettorale che aveva al primo punto, non la disastrosa situazione economica, ma lo “smacchiamento del giaguaro”. Il risultato fu: PD con maggioranza alla Camera e niente maggioranza al Senato, Parlamento ingovernabile. Quindi abbiamo visto Bersani umiliato dai grillini, rappresentati da un signore pienotto e da una signorina arcigna, a cui era andato a chiedere i voti. E poi la mancata elezione del Presidente della Repubblica con i grandi elettori del PD che salutano con una standing ovation il nome di Romano Prodi per poi impallinarlo in aula. Per cui abbiamo assistito ad una scena umiliante: i partiti con il cappello in mano da Napolitano a chiedergli di rimanere al Quirinale.

 E poi il governo di Enrico Letta appoggiato da Berlusconi, un governo arenato nelle sabbie mobili parlamentari, spazzato via dal ritorno di Renzi, che prima vince il congresso del Partito Democratico e poi si piazza a Palazzo Chigi, dove siede saldamente da oltre due anni, riuscendo a portare a casa quelle riforme alla Costituzione desiderate da tanti e in tanti anni ma mai portate in porto. Ora, a ottobre, ci sarà il referendum confermativo che rischia di trasformarsi in un referendum pro o contro Renzi. E anche questo sarà un momento cruciale per la Repubblica.

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 Il resto è storia recente, come è storia recente l’inarrestabile tornado dei migranti, l’esplodere della minaccia terroristica e tutto quanto ancora. Questi cinque anni di storia noi l’abbiamo vissuti con Globalist . Dalle sue pagine ci siamo emozionati, indignati, persino arrabbiati o, anche esaltati, ma soprattutto abbiamo commentato e ci siamo confrontati con il popolo della Rete. In un momento di crisi della carta stampata, Globalist rappresenta un buon rifugio e una tribuna interattiva.

 Ora Globalist si veste di nuovo, segno di vitalità e di coraggio. Noi ci siamo.

 

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