La morte è severa, richiederebbe rispetto e silenzio: la testimonianza di David Sassoli

La sua morte, pur nel dispiacere e nella sofferenza, ha portato frutto ad una comunità divisa e litigiosa che almeno per qualche ora ha evitato e rinunciato ai toni tronfi e arroganti

La morte è severa, richiederebbe rispetto e silenzio: la testimonianza di David Sassoli
La morte di David Sassoli
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Nuccio Fava Modifica articolo

13 Gennaio 2022 - 10.09


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Rimane un evento straordinario anche nel dolore e nello smarrimento la forte reazione generale che ha accompagnato la scomparsa non improvvisa ma ugualmente sconvolgente. Un giovane Presidente del Parlamento Europeo spentosi prematuramente nel vivo della sua attività ha commosso tutti, ha suscitato pensieri e spunti di riflessione profondi. 

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Apprezzato in particolare per un modo profondamento umano e sempre rispettoso di fare politica, attento alle posizioni degli altri anche se lontane, preoccupato di gettare ponti di amicizia e di stima reciproca anche nelle differenze e nei dissensi più aspri. Ha potuto così intessere dialoghi in direzioni molteplici, essere apprezzato specie dai più deboli e indifesi favorendo cammini di solidarietà e di crescita umana.

Era troppo bello che un giovane politico, anche così affascinate e sorridente potesse suscitare attenzione non per una posizione di potere o per un ruolo eccellente e sotto i riflettori ma per la sua natura e la sua cordialità e immediatezza, ricca sempre di umanità accompagnata da sorrisi non da rotocalco. 

Sicuramente anche in questo senso la sua morte, pur nel dispiacere e nella sofferenza, ha portato frutto ad una comunità divisa e litigiosa che almeno per qualche ora ha evitato e rinunciato ai toni tronfi e arroganti, costretta a misurarsi con le risposte e i valori migliori che l’attività politica deve saper esprimere. 

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Tuttavia, è come se questo clima fosse una concessione eccessiva alle buone maniere, una sorta di ricreazione speciale destinata a durare poco. E mentre si avviavano i preparativi e le disposizioni organizzative per i funerali di Stato e l’arrivo a Roma dei principali esponenti dell’Unione Europea, la perversa quotidianità politica italiana con i suoi tatticismi e le sue incapacità prendeva nuovamente il sopravvento.

 Le manovre per il Quirinale, il futuro del governo Draghi, i contatti e le telefonate riservate assumevano l’aspetto consueto, inconcludente e di tattica deteriore. Un segnale non positivo che aggrava il pantano in cui siamo costretti e che pure grazie al sacrificio di Davide Sassoli aveva offerto l’esempio di una politica che può essere diversamente vissuta e diversamente incarnata riuscendo ad essere capita e apprezzata da molti.

*Presidente Sezione Italiana Giornalisti europei

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