Messina, voto di scambio: in manette un consigliere comunale

Il blitz decapita tre famiglie mafiose della città, 35 arresti. Tra loro Paolo David, fedelissimo del deputato Genovese, ex Pd ora in Fi. Le campagne elettorali del 2012 e 2013 condizionate dai clan.

Paolo David
Paolo David
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12 Maggio 2016 - 11.33


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Dall’ottobre 2012 al giugno 2013 le elezioni Regionali, Politiche e Comunali sarebbero state condizionate dalla mafia in una città, Messina, che già in passato ha conosciuto i tempi bui di quello che fu chiamato «verminaio» e che, stando ad una inchiesta della Dda con cui nella notte è stata eseguita una ordinanza con 35 persone arrestate o finite ai domiciliari, non è mai davvero scomparso del tutto.  

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Gli arrestati devono rispondere, a vario titolo, di una lunga serie di reati che vanno dall’associazione mafiosa, alle estorsioni, alla droga, al controllo di appalti e servizi, al voto di scambio. Tra le persone finite in manette c’è anche un consigliere comunale di Forza Italia, Paolo David, in passato esponente del Pd e già coinvolto, assieme a tanti altri colleghi, nella Gettonopoli al comune. E’ uno degli accusati di voto di scambio. 

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L’ordinanza è del gip di Messina Maria Teresa Arena su richiesta dei magistrati della Direzione antimafia Liliana Todaro e Maria Pellegrino. In carcere sono finiti in 26, ad altre nove persone sono stati concessi gli arresti domiciliari. Il blitz è stato eseguito dalla squadra mobile di Messina e da quelle di Catania, Palermo, Caltanissetta, Enna, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Sequestrate quattro società «con le quali – è scritto in una nota della questura – settori commerciali leciti concorrevano al mantenimento di attività illecite». Colpiti i vertici di tre storiche organizzazioni mafiose della città dello Stretto che operavano nei quartieri Camaro-San Paolo e S.Lucia sopra Contesse.  

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