Lo rifanno. Per il secondo anno. Nei giorno dei morti loro vanno a rendere onore ai caduti di Salò. Poi, nel puerile tentativo di mettersi al riparo dalle molte critiche che hanno ricevuto lo scorso anno, per par condicio vanno anche alla commemorazione di don Antonio Lanzoni, parroco di Montecchio, arrestato dai fascisti per le sue idee antifasciste, consegnato ai tedeschi con l’accusa di essere “amico dei ribelli” e fucilato dalle SS a Bologna il 16 ottobre 1944. E qui debordano nella peggiore ipocrisia scrivendo in un comunicato che sì, povero don Lanzoni, ma durante e dopo la guerra i preti “vittime dei comunisti furono 108”.
Protagonista di questa clamorosa iniziativa è la giunta di Brisighella, uno dei borghi più belli d’Italia, la città dei sette cardinali, un tempo isola bianca della Romagna comunista e repubblicana, governata dallo scorso anno da una giunta di leghisti e nipotini del Duce.
A presenziare alle cerimonie, che si svolgeranno domenica, saranno il sindaco Massimiliano Pederzoli (Lega) e la vice sindaca Marta Farolfi (Fratelli d’Italia). La stessa giunta aveva disertato, lo scorso anno, la cerimonia di commemorazione dei martiri di Casale – cinque giovani fucilati dai nazifascisti il 4 agosto 1944 – mentre il sindaco si era distinto per aver partecipato il 2 giugno scorso, festa della Repubblica, con fascia tricolore, non a una cerimonia istituzionale ma a una manifestazione politica della Lega nella vicina Faenza.
Immediate le proteste dell’opposizione. “Sdegno nel vedere la giunta onorare 16 caduti della Repubblica sociale italiana” viene espresso dal gruppo consiliare del Pd, che diffida “dall’accostare tale iniziativa al ricordo di don Lanzoni” e condanna “il tentativo ricorrente di riabilitare e mettere sullo stesso piano fascismo e antifascismo”.
Per lorsignori è proprio così. Fascismo e Resistenza, le vittime dei repubblichini e i caduti di Salò, i preti che aiutarono chi lottava per la libertà e quelli che stavano con gli oppressori, pari sono. Dietro la finta pietà per tutti i morti c’è una impostazione ideologica che ha dell’incredibile, basata un falso storico. I fascioleghisti brisighellesi sembrano non rendersi conto che non si può commemorare allo stesso tempo un martire dei nazifascisti e i nazifascisti che lo condannarono a morte. Una contraddizione così enorme di cui si accorgerebbe anche un bambino venuto da Marte. Ma evidentemente su Marte, anzi su Duceland, ci sta la giunta di Brisighella.