Il manovratore della funivia non si dà pace: "E' tutta colpa mia, farò i conti con Dio"

Il 64enne Gabriele Tadini, uno dei tre arrestati per la tragedia del Mottarone e ora in isolamento nel carcere di Verbania, afferma: "La funivia continuava a funzionare a singhiozzo, ma mai avrei pensato che la cima si spezzasse"

Disastro funivia del Mottarone
Disastro funivia del Mottarone
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28 Maggio 2021 - 07.22


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Continuano a emergere nuovi agghiaggianti particolari sulla tragedia della funivia del Mottarone che ha causato la morte di 14 persone, ieri infatti è stato sentito in carcere il manovratore della funivia, Gabriele Tadini, uno dei tre arrestati che si trova in isolamento nel carcere di Verbania: “Mi sento un peso enorme sulla coscienza. Prego e faccio i conti con me stesso e faccio i conti con Dio”. Il 64enne era diventato capo servizio dopo 40 anni di lavoro nella società che gestiva l’impianto.
Come riporta La Stampa, Tadini era diventato responsabile del funzionamento della funivia. Durante l’interrogatorio con i carabinieri, ha dato la sua versione dei fatti.
“La funivia funzionava a singhiozzo” – “L’impianto idraulico dei freni d’emergenza aveva dei problemi, perdeva olio e le batterie si scaricavano continuamente. Dopo la riapertura del 26 aprile, avevamo già fatto due interventi. Ma non erano stati risolutivi. La funivia continuava a funzionare a singhiozzo. Il problema si ripresentava, serviva altra manutenzione”, ha raccontato durante l’interrogatorio.
“Un incidente che non capita neppure una volta su un milione” – “Tenere i freni scollegati permetteva alla funivia di girare. Mai avremmo potuto immaginare che la cima traente si spezzasse”, ha proseguito dicendosi pentito. “Era in buone condizioni: non presentava segni di usura. Quello che è successo è un incidente che non capita neppure una volta su un milione”.
Chi è Gabriele Tadini – Nato nel 1958, sposato con due figli, Gabriele Tadini ha avuto anche una breve carriera politica tra le fila della Lega. Alla fine degli Anni Novanta era riuscito a entrare in consiglio comunale con l’attuale sindaco di Stresa, Marcella Severino. Il legale del 64enne racconta che alla fine della confessione il suo assistito, fervente cattolico, era molto provato: “Mai avrebbero pensato di far correre quel rischio ai passeggeri. Siamo tutte persone umane, possiamo fare delle scelte sbagliate senza rendercene conto”.
 
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