Offese ai Ferragnez: rinviato a giudizio il presidente del Codacons

Rienzi ha definito i Ferragnez "ignoranti, delinquenti, approfittatori"

Offese ai Ferragnez: rinviato a giudizio il presidente del Codacons
I Ferragnez
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20 Gennaio 2022 - 09.31


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Tanto tuonò che piovve. Dopo le molteplici accuse e minacce di querele da parte del Codacons per ogni azione ed ogni passo che la famiglia Ferragnez muoveva nei confronti del ora è il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, a finire sotto processo per le offese che ha rivolto alla coppia.

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La Procura di Roma ha infatti rinviato a giudizio il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi, per aver “offeso la reputazione” di Fedez e della moglie Chiara Ferragni, dipingendo i due come “ignoranti, delinquenti, approfittatori” e sostenendo, tra le altre cose, che i Ferragnez ‘sfruttino’ le foto dei loro bambini con le magliette delle griffes che reclamizzano, e che per fare beneficenza il rapper abbia in realtà fatto pubblicità alla Lamborghini.

La replica del Codacons non tarda ad arrivare: “Siamo molto preoccupati che davanti al turpiloquio imperante sui social e sui media in generale, la Procura ritenga utile rinviare a giudizio il presidente dell’associazione per affermazioni che sono perfettamente in linea con il compito sociale del Codacons di tutela dei consumatori, anche quelli dei social -afferma l’associazione in una nota- Senza considerare che in decine di occasioni il Codacons ha denunciato personaggi famosi, politici e addirittura Presidenti del Consiglio per aver pubblicizzato marchi commerciali, senza che nessuna Procura si sia mai scandalizzata o abbia avviato indagini nei confronti dell’associazione”.

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“Il Codacons è in ogni caso fiducioso che questo giudizio sia finalmente occasione per sottolineare i ruoli e i limiti degli influencer, soprattutto di quelli come Fedez che, per l’enorme seguito di cui godono, hanno secondo noi una precisa responsabilità sociale in particolare verso i giovani. Speriamo che le numerose nullità del procedimento non blocchino il dibattito giudiziario e che il rapper abbia il coraggio di venire personalmente in aula il prossimo 19 aprile”, conclude il Codacons.

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