Bambino ucraino operato con una scheggia nel cuore, salvato a Padova

"E' stato uno degli interventi più complicati della mia carriera" ha confessato il chirurgo che l'ha operato. L'operazione è durata circa 7 ore.

Bambino ucraino operato con una scheggia nel cuore, salvato a Padova
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23 Aprile 2022 - 12.00


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Un’operazione al cuore di 7 ore ha salvato la vita a Kirill, un bambino ucraino con una scheggia di mortaio nel petto, che ha perso mamma e fratello durante il bombardamento. L’intervento è stato condotto dal chirurgo Vladimiro VIda, dell’ospedale di Padova. 

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“È stato uno degli interventi più complicati della mia carriera – ha detto Vladimiro Vida, il direttore della cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale di Padova e a capo dell’equipe intervenuta sul piccolo. – Abbiamo dovuto ripristinare la funzionalità di arterie e vene, ridurre un aneurisma importante e poi con la massima delicatezza togliere la scheggia metallica. Abbiamo operato in cinque chirurghi, con l’assistenza di numeroso personale infermieristico. Fortunatamente è andato tutto per il meglio”.

Le schegge e i pericoli della guerra per Kirill, dunque, sono finiti solo all’ospedale di Padova, dove è stato salvato: la scheggia di mortaio che aveva vicino al cuore ne metteva a rischio la vita.

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A portare Kirill in questo viaggio della speranza verso l’Italia era stato il padre, anche lui superstite del bombardamento. L’uomo rientrando a casa aveva trovato l’abitazione distrutta, la moglie e il secondo figlio morti, e, in mezzo alle macerie, il piccolo Kirill. L’uomo e il figlio erano giunti a Padova il 18 aprile, grazie all’immediata disponibilità data dall’azienda ospedaliera patavina e dalla Regione Veneto.

“La sanità veneta non lascia indietro nessuno nell’emergenza, specie i bambini, vittime inermi e innocenti”, aveva commentato il governatore Luca Zaia. “L’unica cosa che serve è la pace, perché è intollerabile ricoverare in ospedale un bambino colpito da una bomba”, aveva aggiunto Zaia.

Il genitore era riuscito dapprima a raggiungere un ospedale da campo ucraino, dove erano state prestate le prime cure; poi, con un aeromobile della guardia costiera, padre e figlio erano arrivati in Veneto, portati da un’ambulanza del Suem 118 all’ospedale di Padova.

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La scheggia, hanno appurato gli accertamenti diagnostici, era penetrata nel collo del bimbo, tranciando alcuni vasi, fermandosi nei pressi del cuore. Quattro giorni dopo il ricovero, è arrivato il momento dell’operazione, complessa, durata oltre 7 ore, conclusa dall’equipe di Vladimiro Vida in tarda serata.

Il bambino, al termine dell’intervento, è stato trasferito nella terapia intensiva dell’ospedale padovano dove i medici hanno provveduto a ridurre la sedazione e a estubare il paziente. Le condizioni di Kirill sono apparse buone e il piccolo ha potuto parlare anche con il papà.

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