Il padre di Michelle: "Lo Stato faccia giustizia o c'è la giustizia della strada"

Lunedì ci sarà una fiaccolata indetta anche da Vincenzo Lenzoni, preside del liceo Gassman, istituto dove la giovane era iscritta, che fa un appello: «interrompiamo questa catena di odio e violenza»

Il padre di Michelle: "Lo Stato faccia giustizia o c'è la giustizia della strada"
Michelle Causo
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1 Luglio 2023 - 19.09


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Una morte che non sarà mai perdonata e per la quale si desidera, in ogni modo possibile, ottenere giustizia. I vicini, gli amici e i numerosi coetanei intrappolati in questa periferia romana sono profondamente scossi dalla morte di Michelle Causo, una ragazza di 17 anni accoltellata e abbandonata in un carrello della spesa, avvolta in un sacco nero. L’odio cresce tra il cemento di questa desolata periferia.

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«Lo Stato deve fare giustizia, altrimenti c’è la giustizia della strada…Perdono? Non esiste perdono per una roba del genere, lo considererei solo se mi portassero indietro mia figlia», dice il padre di Michelle stravolto dal dolore. Il livore che i primi giorni era social ora sta diventando qualcosa di meno virtuale e più concreto. «Quello non si deve far vedere più», sibila un gruppo di ragazzini arrivati fino a via Virginia Agnelli, il cento di prima accoglienza dove per quattro ore è interrogato il 17enne ora in carcere per il delitto.

«Roma non perdona. Game over», si legge sotto uno degli account social del ragazzino trap presunto assassino. Sotto foto e video tra `canne´, griffe e canzoni è un diluvio preoccupante per mole e toni di insulti: «Schifoso», commenta una ragazza; «Quello che ti succederà sarà sempre troppo poco», pubblica un altro utente. E ancora: «Io d’ora in poi mi guarderei le spalle». C’è anche chi accusa proprio l’ambiente e le aspirazioni musicali dell’indagato: «Questo è quello che viene fuori da una gioventù fissata con la trap». Poi le minacce: «Spero di trovarti morto in un cassonetto dei rifiuti, se non lo fa nessuno lo faccio io».

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In questo clima tra le strade dissestate, i rifiuti, l’erba incolta, di un quartiere che 50 anni fa conobbe l’atrocità del rogo in cui morirono Virgilio e Stefano Mattei, figli del segretario della locale sede del Msi, lunedì ci sarà una fiaccolata indetta anche da Vincenzo Lenzoni, preside del liceo Gassman, istituto dove la giovane era iscritta, che fa un appello: «interrompiamo questa catena di odio e violenza»

E spunta l’ombra di Giuliano Castellino, ex leader di Forza Nuova e tra quelli che guidò l’assalto alla Cgil. Lui dice che a Primavalle ci sarà. «Abbiamo reso il nostro omaggio alla piccola Michelle ma non ci basta -dice in un video che gira di chat in chat nel quartiere – Non sono gradite passerelle, nessun politico. È il popolo che alza la testa».

Le bandiere di partito non ci saranno ma gli esponenti del Pd Roma e le Istituzioni, invece, si: si annuncia la presenza del sindaco Roberto Gualtieri, la sua giunta, i consiglieri, sia di maggioranza sia di opposizione, i presidenti di municipio, e il governatore del Lazio, Francesco Rocca. Un coro unanime, senza colore, per dire basta alla violenza. E un freno anche a quella sete di vendetta per alcuni appare l’unica opzione. La madre del 17enne intanto dal giorno dell’omicidio qui non l’ha più vista nessuno. Una donna minuta, fa l’infermiera. Su di lei non parla nessuno. «Non sono graditi qui», dice un ragazzo.

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