Manganellate a chi stava protestando per il popolo palestinese e contro l'uso politico della Rai

Napoli, protesta sotto la sede Rai pro Palestina. Gli organizzatori: "Ancor prima che si potesse creare una delegazione per chiedere un'intervista, tuttavia, il presidio è stato violentemente caricato, provocando diversi feriti".

Manganellate a chi stava protestando per il popolo palestinese e contro l'uso politico della Rai
Feriti alla manifestazione pro Palestina a Napoli
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13 Febbraio 2024 - 14.41


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«La Tv pubblica è la scorta mediatica del genocidio israeliano. Non solo censurano costantemente il genocidio in corso a Gaza, ma esprimono una posizione apertamente filo-sionista davanti a milioni di telespettatori. Ancor prima che si potesse creare una delegazione per chiedere un’intervista, tuttavia, il presidio è stato violentemente caricato, provocando diversi feriti». Così in una nota gli attivisti che stamani a Napoli hanno manifestato davanti alla sede Rai di Napoli, commentando gli scontri con la polizia.

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«Ancora una volta pare che qualsiasi tipo di discordanza con la narrazione dominante che vede Israele come unica democrazia del Medio Oriente venga non solo censurata, come è successo a Ghali durante il festival di Sanremo, ma addirittura repressa violentemente con Polizia e manganelli contro manifestanti pacifici. Tra l’altro un ultimo sondaggio dimostra che oltre l’80% degli italiani vogliono un immediato e permanente cessate il fuoco – scrivono in una nota Rete Napoli per la Palestina, Centro Handala-Ali, Potere al popolo, SiCobas Napoli, Laboratorio politico Iskra, Ex Opg Je So’ Pazzo – Gli attivisti e le attiviste oggi denunciano come la televisione pubblica non sia altro che lo specchio delle politiche genocide, razziste e xenofobe del governo».

L’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris, ha denunciato sui social la repressione a suon di manganellate della protesta sotto la sede della Rai del capoluogo campano, in favore del popolo palestinese.

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«Stamattina ero davanti alla Rai di Napoli per protestare contro l’uso politico della televisione pubblica da parte dell’amministratore delegato Roberto Sergio che schiera la radiotelevisione pubblica italiana a favore dello Stato d’Israele prendendo le distanze dal cantante Ghali che aveva osato parlare di genocidio».

«Il bilancio per chi ha chiesto giustizia per il popolo palestinese, la fine dell’occupazione israeliana, il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e ai crimini di guerra dei sionisti israeliani, è di molte manganellate, con teste aperte e molto sangue. Tutti si devono schierare: o con gli oppressi o con gli oppressori. Io starò sempre dalla stessa parte della storia: per la Palestina libera fino alla vittoria».

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