Di Maio, Salvini e il pretesto del 2 giugno per insultare la memoria del Paese

Da una parte il pentastellato brandisce il tricolore come un'arma, dall'altra il leghista boicotterà ogni manifestazione che celebrerà la Repubblica. E non è solo un'offesa a Mattarella ma a tutti noi

La prima pagina del Corriere della Sera
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28 Maggio 2018 - 17.29


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di Riccardo Valdes

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Matteo Salvini sarà in piazza il 2 giugno ma per boicottare la festa del nostro Paese, ovvero l’anniversario del 1946, quando gli italiani votarono per il referendum che sancì la Repubblica. Sull’onda della mobilitazione “sfida” alla Repubblica italiana lanciata dal socio Di Maio, anche il leader dei lumbard vuole riprendersi “mille piazze” con i suoi sostenitori. Dice Salvini: “Noi come Lega avevamo già da tempo prenotato per il prossimo week end, il 2 e 3 giugno, più di mille piazze in tutta Italia per spiegare, speravamo, quello che facevamo al governo. Evidentemente saremo in mille piazze per spiegare quello che non stiamo facendo per colpa di qualcuno”.

Ora resta da vedere se anche il capo del Carroccio sventolerà il tricolore come chiede Di Maio ai suoi militanti. Perché se fosse sarebbe una novità assoluta, proprio lui che ha sempre sputato sulla Costituzione.

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“Matteo sarà in Toscana per due giorni a guidare le nostro iniziative e ci prepariamo a boicottare le iniziative per la Festa della Repubblica”, annuncia la sindaca di Cascina Susanna Ceccardi, astro nascente del partito e consigliera speciale del leader leghista. “Daremo così espressione al massimo livello allo stato d’animo dei tantissimi cittadini che ci stanno chiedendo di fare qualcosa, facendo anche partire la campagna elettorale con cui daremo la spallata definitiva al sistema politico su cui, in Toscana, si regge quel che resta del Pd”. Molto probabile che gli eletti della Lega in tutte le istituzioni, dai sindaci, ai consiglieri comunali e regionali, diserteranno le iniziative istituzionali previste, “per dare un segnale forte e chiaro a Mattarella”. Già i sindaci in Brianza hanno tolto la foto del Presidente per mettere la statuina di Alberto da Giussano, scelta ridicola, al limite del luddismo.
E quindi da una parte Di Maio brandisce il tricolore con orgoglio patrio, dall’altra Salvini ha giurato a Pontida e non troppo tempo addietro dichiarava a Radio Padania: “Cosa c’è da festeggiare il 2 giugno? È la festa della Repubblica invasa e disoccupata”.
Eppure si prenderanno il 2 giugno solo per fare un torto anche alla memoria di questo nostro sventurato Paese.

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