Il cardinale Camillo Ruini, in una lunga intervista al Corriere della sera, dice no a un partito cattolico: “Non vedo uno spazio del genere – spiega. I cattolici devono puntare sui contenuti dell’azione politica, individuati anche alla luce di una visione cristiana dell’uomo e della società; e devono collaborare con chi, cattolico o no, condivide tali contenuti. Oggi purtroppo in larga misura manca proprio l’attenzione a una visione cristiana”. E sulla necessità di un dialogo con Salvini, sollecitato già un anno fa, precisa: “Non mi sono pentito affatto. Dialogare bisogna”. Ma Salvini e a Giorgia Meloni dice: “Adesso, che meritatamente è sulla cresta dell’onda, vorrei dire che se vogliono fare il bene del Paese e arrivare al governo devono sciogliere il nodo dei loro rapporti con le forze che sono stabilmente alla guida dell’Unione europea”.
Alla precisa domanda se esiste un movimento conservatore internazionale contro Francesco, Ruini risponde: “In qualche modo, esiste; ma ha varie accentuazioni e sfaccettature. Solo pochi possono davvero essere considerati ‘contro’ Papa Francesco: ad esempio, non tutti coloro che hanno formulato qualche critica con intenti costruttivi”. E sul caso Becciu dichiara: “Non ho elementi per una mia valutazione personale. Vorrei dire però che i mezzi di comunicazione sono comprensibilmente attenti alle vicende negative; ma esiste nella Chiesa una moltitudine di persone e di comportamenti che sono invece decisamente positivi, e che la gente conosce perché ne fa esperienza. Per questo la Chiesa è sopravvissuta nei secoli alle sue peggiori crisi”.
Però Ruini ammette che “la corruzione, specialmente in alto loco, è una delle più gravi piaghe della Chiesa”, tanto che “da giovane pensavo che si trattasse di un problema del passato ormai remoto; ma mi illudevo. Continuo a sperare che ne usciremo, con l’aiuto di Dio e facendo ciascuno la propria parte”.
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