Giorgio Mulè: “Fermare la guerra e l’incubo di una saldatura fra Russia e Cina”

L'intervista al sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè: "La guerra è una realtà atroce che mi ha sconvolto"

Giorgio Mulè
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28 Febbraio 2022 - 14.35


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Giorgio Mulè, lei è sottosegretario alla Difesa del Governo italiano. Aveva messo in conto che gli eventi potessero precipitare fino a questo punto. Era immaginabile che una superpotenza europea invadesse uno Stato vicino? Quale è stata la sua prima reazione?

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Era uno scenario – confessa il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè – che apparteneva ai periodi ipotetici del terzo tipo e che, invece, è diventato realtà. Una realtà atroce, che mi ha sconvolto.

L’Occidente ha risposto all’aggressione russa dell’Ucraina con le sanzioni commerciali. Il Presidente della Bielorussia Aleksandr Lukasenko sostiene che le sanzioni sono peggiori delle armi e rischiano di trascinare Vladimir Putin verso la terza guerra mondiale. Che cosa gli risponde?

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Le sanzioni sono la risposta del mondo civile occidentale a un’aggressione che semina morte. Alla morte non si risponde con la morte, ma in modo equilibrato. Le sanzioni sono lo strumento, con cui si cerca di far capire a Putin a alla Russia che viviamo in un mondo globalizzato, dentro il quale non possono essere permesse fughe in avanti, come l’invasione di uno Stato sovrano.

Quanto è pericoloso l’abbraccio fra la Russia e la Cina, che si è astenuta sulla mozione di condanna del Consiglio di sicurezza dell’Onu e ha detto di comprendere le ragioni che hanno spinto Putin a ordinare l’invasione?

È questo il vero pericolo che abbiamo davanti. La saldatura fra la Russia e la Cina è l’eventualità spaventosa, che è davanti ai nostri occhi. E’ un pericolo terribile, che va assolutamente scongiurato, facendo in modo di far tornare la Russia al tavolo della ragione e del negoziato, anziché lasciarla andare avanti per prove muscolari e per fusioni, come potrebbe essere quella fra la Russia e la Cina, che rappresenterebbe una vera minaccia contro la stabilità del mondo occidentale. 

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Massimo Cacciari ha detto che non si può dividere il mondo fra buoni e cattivi e che “le schifezze”, prima di Putin le hanno fatto anche gli Stati Uniti e i Paesi della Nato, lanciando bombe, in nome di pretesti, rivelatisi poi falsi… La guerra, dice Cacciari, non l’ha inventata Putin…

Io penso che quello delle giustificazioni di un’aggressione militare è un campo scivoloso. Io non dimentico che l’Italia appartiene a un’alleanza, quella della Nato, che ha dei principi e dei valori saldi nei quali, io mi riconosco. Quando una minaccia coinvolge un Paese della Nato, io mi sento, non tanto perché lo dice l’articolo 5 della Costituzione, ma perché lo impone la mia coscienza, di intervenire in difesa di questi Stati. Laddove le democrazie rischiano di essere piegate da regime autarchici o autoritari, sento il dovere, da cittadino del mondo, di andare incontro a chi vede compromessa la sua stabilità e il suo diritto a vivere secondo tutto quello che, prima ancora che dalla dichiarazione dei diritti umani, è prescritto dalla carta della civiltà. Io non mi sconvolgo per il passato. Sto al presente dell’Ucraina, di uno Stato che non può essere lasciato solo e va aiutato in ogni modo. 

La pace è un obiettivo possibile?

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La pace non è possibile. La pace è dovuta e bisogna arrivarci nel più breve tempo possibile. Bisogna fermare questa folle escalation, che addirittura osa mettere sul tavolo la minaccia nucleare. Bisogna tornare al tempo della ragione lasciando da parte quello insensato delle prove muscolari e della sopraffazione

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