Da un impresentabile ad un altro super impresentabile: Riccardo Molinari rischia di uscire dalla corsa alla presidenza della Camera. In casa Lega si fanno spazio altri nomi, quello di Nicola Molteni ma soprattutto quello di Lorenzo Fontana.
Ai cronisti che gli chiedono conferma, il vicesegretario della Lega risponde inizialmente con una battuta: “Giorgetti alla Juve, io al Verona…”. Poi però aggiunge sibillino: “é ancora in divenire, la notte é lunga”.
La biografia di Lorenzo Fontana, fan di Putin e amico dei nazisti
Fontana è stato eletto la prima volta al Parlamento la scorsa legislatura dopo aver trascorso due mandati al Parlamento europeo. Fontana è anche vicesindaco di Verona, vicepresidente della Camera dei deputati, vice segretario federale della Lega ed è un “veronese e cattolico”, come scriveva su Twitter, con posizioni molto radicali su aborto, diritti delle donne, diritti Lgbti e richiedenti asilo, tra le altre cose.
Gli sono sempre piaciuti Marine Le Pen in Francia e Vladimir Putin in Russia («Da parte mia sono stato favorevolmente impressionato da tante dichiarazioni di Putin e dal grande risveglio religioso cristiano registrato nel Paese, frutto indubbiamente di una reazione ai settant’anni di regime sovietico. Ho visto in questo una luce anche per noi occidentali, che viviamo la grande crisi dei valori, immersi come siamo in una società dominata culturalmente dal relativismo etico, che può essere spietato come mostra la cronaca di questi giorni»).
Ha tifato per Viktor Orbán alle elezioni in Ungheria, per il Partito della Libertà Austriaco, nazionalista e di destra, e contro l’entrata della Turchia nell’Unione Europea.
Lorenzo Fontana è tristemente famoso per aver partecipato al “Family Pride” di Verona nel giugno 2015. Con lui alcuni esponenti dell’associazione integralista cattolica Christus Rex, ci sono Yari Chiavenato (ex responsabile di Forza Nuova con guai giudiziari per risse e aggressioni, indagato per il manichino nero impiccato allo stadio di Verona) e Luca Castellini (un capo degli ultrà che è anche il coordinatore del Nord Italia di Forza Nuova e che alla festa dell’Hellas del luglio 2017 aveva gridato dal palco: «Chi ha permesso questa festa, chi ha pagato tutto, chi ha fatto da garante ha un nome: Adolf Hitler!»).