Regionale, Bettini: "Sconfitta schiacciante: adesso campo largo o si perde"

Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd commenta la sconfitta in Lazio e Lombardia: senza un campo largo delle forze democratiche la destra vince

Regionale, Bettini: "Sconfitta schiacciante: adesso campo largo o si perde"
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13 Febbraio 2023 - 19.46


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Destra vittoriosa in maniera netta nel Lazio e in Lombardia. Ma perché?

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«L’esito delle elezioni regionali è negativo in modo schiacciante. L’astensionismo ha raggiunto un livello di guardia per la tenuta democratica. Le ragioni sono lontane e vicine. Sta di fatto che, senza un campo largo delle forze democratiche, si può a stento salvare il Pd. Ma è certa la nostra sconfitta nella competizione con la destra italiana».

 Così Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, in un post su FB. 

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«Riflettano anche coloro che nel Pd hanno dimostrato insofferenza e persino dileggio circa la necessità delle alleanze, in particolare con i 5Stelle – aggiunge – il Movimento di Conte, senza una prospettiva politica credibile e unitaria, manifesta una sostanziale e dannosa inutilità. Così come il Terzo Polo, nelle situazioni in cui decide di dividersi da noi e giocare una partita in proprio. Ora c’è da riflettere ulteriormente con serietà e c’è la necessità di una immediata ripresa della lotta politica e sociale. Abbiamo il congresso. In questi ultimi giorni non sprechiamo l’occasione per un confronto serio. Non è serio sostenere che i responsabili delle sconfitte degli ultimi anni siano Zingaretti, Orlando, Franceschini e il sottoscritto. Questo è il gruppo dirigente che ha invertito la catastrofica rotta del Pd di Renzi. E in due anni ha portato il Pd oltre il 22%, lo ha collocato al centro del governo del Paese, ha vinto alle regionali e nei grandi comuni italiani. Questa è la verità. Ed è la caduta di questo gruppo dirigente ad aver portato ad una fase di aggravamento della crisi del Pd e delle condizioni dell’Italia”.

Ha proseguito: “Non sono i migliori, non l’ho mai detto. Ma sono quelli, lo ribadisco con i risultati alla mano, che fanno parte della migliore tradizione del nostro partito. Naturalmente insieme a tanti altri. Non giudichiamo i candidati, comunque, attraverso coloro che li sostengono. Perché altrimenti la discussione sul rinnovamento o meno, in particolare nel Mezzogiorno, sarebbe aspra, perché notoriamente a sostegno di Bonaccini in quei territori c’è la parte più «frizzante» del Partito Democratico», conclude. 

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