Le buffonate di Meloni: un liceo del 'Made in Italy' senza capo né coda e con 'religione cattolica' tra le materie

Giorgia Meloni rilancia la proposta del liceo made in Italy dicendo che non c'è niente di più profondamente legato alla nostra cultura di ciò che si studia, per esempio, in un istituto agrario»

Le buffonate di Meloni: un liceo del 'Made in Italy' senza capo né coda e con 'religione cattolica' tra le materie
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3 Aprile 2023 - 18.11


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Una buffonata senza eguali, con l’idea di un liceo che è metà propaganda, meta fritto misto di materie e con il ritorno dell’insegnamento della ‘religione cattolica’, perfino nei licei e non più storia delle religioni.

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Ogni giorni gli scappati di casa di Fratelli d’Italia se ne inventano una, senza peraltro nemmeno mettersi d’accordo: uno vuole multare chi usa termini stranieri mentre gli altri vogliono chiamare ‘Made in Italy’ un liceo.

Ci sarebbe da ridere che non ci fosse da piangere: Giorgia Meloni rilancia la proposta del liceo made in Italy. «Non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura di ciò che si studia, per esempio, in un istituto agrario», ed è per questo che «ragioniamo anche su un liceo del Made in italy», ha sottolineato oggi a `Vinitaly´.

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«Stiamo pensando a un liceo del made in Italy per valorizzare percorsi che speghino il legame che esiste tra nostra cultura, i territori e la nostra identità», ha spiegato. Ecco le linee guida del liceo `Made in Italy´ che il governo, su spinta di Fratelli d’Italia, punta a istituire in tempi stretti: per il primo biennio lingua e letteratura italiana, cultura straniera, storia dell’arte, matematica, informatica, scienze naturali, fisica, scienze motorie e sportive, storia e geografia, diritto ed economia politica, religione cattolica «o attività alternative»; per il secondo biennio anche economia e gestione delle imprese del Made in Italy, «modelli di business nelle industrie dei settori della moda, dell’arte e dell’alimentare».

Per tutti gli studenti previste 891 ore di insegnamento nel primo biennio, «corrispondenti a 27 ore medie settimanali» e 1023 ore nel secondo biennio e nel quinto anno, «corrispondenti a 31 ore medie settimanali». Fdi nelle scorse settimana ha presentato al Senato un ddl per delegare l’esecutivo a pensare ad «un liceo dinamico ed innovativo, collegato al mondo imprenditoriale, ma con una solida preparazione culturale umanistica ed identitaria, con adeguati strumenti culturali per valorizzare le migliori risorse italiane, la capacità creativa ed imprenditoriale, che hanno reso e rendono grande la nostra Nazione nel mondo, al fine di saper scegliere i nuovi potenziali mercati di riferimento e analizzare le specificità di ogni Nazione e contesto economico». L’obiettivo è «colmare un vuoto nel sistema scolastico italiano». Si prevede «attraverso uno o più decreti legislativi il riordino del sistema dei licei» da adottare entro dodici mesi.


L’istituzione di un liceo per il Made in Italy è anche nel programma di Fratelli d’Italia. Nel testo si legge: «L’amore del mondo per l’Italia si chiama Made in Italy. Un marchio, uno stile di vita, un’opportunità economica e diplomatica per la nostra Nazione, troppo spesso trascurati. Riconoscere l’importanza strategica delle nostre eccellenze significa anche promuovere il ruolo di ambasciatori dell’Italia nel mondo dei nostri connazionali che vivono all’estero». Occorre «dare qualità e prestigio al contesto lavorativo e culturale del `Marchio Italia´.

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«Voglio in Italia un liceo del Made in Italy che formi i giovani per dare continuità ad una serie di settori della nostra economia che rischiano di essere totalmente perduti», aveva detto Giorgia Meloni in campagna elettorale. Ed ancora: «Siamo in un tempo in cui il marchio Italia è considerato il terzo marchio per riconoscibilità al mondo, siamo in una stagione in cui tutti vogliono comprare prodotti italiani e l’Italia che ha fatto rispetto a questo? Ha svenduto marchi italiani».

«È più che mai necessario – si legge nel disegno di legge a prima firma Bucalo (Fdi) – formare una classe dirigente in grado di mettere a sistema opportunità e criticità con metodo, capace di puntare su solide competenze in economia, marketing, comunicazione, così come nel digitale, ma allo stesso tempo una classe dirigente che conosca il tessuto storico, sociale e culturale forgiato da storia millenaria». Ed ancora: serve «una classe dirigenziale capace di analizzare i nuovi mercati, le opportunità di business e i processi digitali a supporto dell’export in mercati strategici per il Made in Italy». Lo studente si dovrà porre «con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte» alle nuove situazioni, ai fenomeni e ai problemi «ed acquisire conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità, le scelte personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro».

Buffonate, chiacchiere e distintivo: la materia cultura straniera che significa? Quale cultura straniera? Quella araba, quella cinese, quella americana, quella slava, quella africana, inca, maya, atzeca, esquimese. Senza considerare il ritorno della “religione cattolica” nei licei nemmeno fossimo al 1929.

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