Era il 1975 quando la rivista Life pubblicò un articolo a firma di Wallace Broecker dal titolo: “Cambiamento climatico: siamo alla vigilia di un riscaldamento globale?”.
L’espressione ‘global warming’ veniva così alla luce, ancora per poco accompagnata da un punto interrogativo. Già negli anni ’80, il riscaldamento globale era una certezza: “Il clima è una bestia feroce e noi la stiamo stuzzicando con un bastone” disse Broecker in un’intervista al New York Times, e questa volta senza usare toni dubitativi.
Broecker è morto oggi, all’età di 87 anni. Fu il primo scienziato ad avvertire il mondo dei pericolo di cambiamento climatico ed è impressionante vedere come il suo messaggio sia rimasto inascoltato: solo a novembre, il presidente Trump twittava che il gelo polare che si è abbattuto sugli Usa è la ‘prova’ che il riscaldamento globale non esiste.
“Stiamo giocando alla roulette russa con il clima” diceva Broecker: “la tendenza attuale al raffreddamento lascerà il posto, più o meno in una decina di anni, a un riscaldamento pronunciato causato dall’anidride carbonica”. Non si tratta di una profezia, ma di scienza: la stessa che continuiamo a sminuire e a non ascoltare.
È morto Wallace Broecker, primo scienziato che parlò di riscaldamento globale (e rimase inascoltato)
Lo scienziato pubblicò il suo studio nel 1975, prevedendo gli attuali sconvolgimenti climatici. Eppure Trump continua a dire che non c'è nessun pericolo
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19 Febbraio 2019 - 16.40
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