Papa eretico? A prendere alla lettera il cardinale Müller nessuno potrebbe essere benedetto, altro che coppie gay

Facciamo nostra la scelta del cardinale  Gerhard Ludwig Müller: ha ragione lui. Se così fosse dovremmo applicare lo stesso parametro a due giovani sposi che, dopo essere a nozze in Chiesa, nelle difficoltà della vita chiedano una benedizione.

Papa eretico? A prendere alla lettera il cardinale Müller nessuno potrebbe essere benedetto, altro che coppie gay
Gerhard Ludwig Müller
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

17 Febbraio 2024 - 12.45


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Anni fa l’allora direttore de La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, oggi sotto-segretario del Dicastero per la Cultura in Vaticano,  disse di aver chiesto a papa Francesco se intendesse riformare la Chiesa. La risposta fu grosso modo un secco “no”. Il papa gli disse che lui intendeva mettere Cristo al centro della Chiesa, poi la riforma l’avrebbe fatta Lui. 

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Mettere, o rimettere, Cristo al centro della Chiesa, della sua vita, non è impresa da poco. Infatti gli uomini di Chiesa da lunghissimo tempo hanno trovato il modo di affiancare alla Sacra Scrittura, al cui cuore per i cattolici vi è la parola di Cristo, hanno posto la Sacra Tradizione, che con la parola di Cristo spesso ha poco a che fare. Questa Sacra Tradizione è dunque una fonte secondaria,  e come spesso accade con le fonte secondarie  una variabile indipendente dalla prima. 

Facciamo un esempio che ci porta al nostro tema: la morale sessuale. Frutto dell’esigenza di distanziare l’uomo dalla sua forma primitiva di vita, irriguardosa della dignità di ogni singolo essere umano e ancora piegata ai sistemi della vita in branco, la morale sessuale ha avuto nella storia del monoteismo abramitico una rilevanza obiettiva.

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Poi Gesù ha segnato con il suo comportamento e il suo insegnamento un balzo in avanti, visto che di morale sessuale quasi mai parla nei Vangeli canonici, quelli riconosciuti da tutte le Chiese, sia i tre sinottici sia quello di Giovanni. A quel tempo le regole di condotta erano diverse da quelle che seguiamo noi, figli di una società che ormai ha ceduto al “lassismo del modernismo” e che neanche la Sacra Tradizione a volta contrasta.

Per esempio non è più proibito a un uomo intrattenersi a parlare per strada con una donna, che sia sia sua moglie o un’estranea. A quel tempo non era così, ma Gesù ci viene detto nei Vangeli che fu visto parlare con una donna, oltretutto samaritana, cioè eretica, da solo a sola, per di più appartati, nei pressi di un pozzo.

Questo comportamento riprovevole per la morale sessuale del tempo non lo era per Gesù. E sempre Gesù, come è noto, impedì che si seguisse la legge lapidando l’adultera, come la legge prescriveva. La salvò dicendo “chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”, ed a lei, salvata, suggerì soltanto di non peccare più. Figura come un suggerimento, non con un’imposizione. Modernismo? Relativismo? 

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La domanda non figura nel lungo testo scritto dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Il suo articolo apparso in queste ore su First Things non nasconde una inclinazione nel pensiero dello scrivente: la dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede sulle benedizioni per le persone che vivono in unioni irregolari contiene elementi di eresia. E questa dichiarazione oltre ad essere firmata dal Prefetto, il cardinale Victor Manuel Fernandez, è controfirmata da papa Francesco. 

Il testo è ovviamente molto erudito, ma non cita mai il Vangelo, parole o indicazione di Gesù, ma solo della Sacra Tradizione. Un esempio: parlando dei Sacramenti, istituiti da Cristo stesso, il riferimento è sempre e soltanto alla Sacra Tradizione, in particolare al Concilio di Trento, al quale Gesù ovviamente non intervenne. E’ qui, nella tradizione della Sacra Tradizione, mai del Vangelo o del significato di indicazioni evangeliche, che il cardinale trova tracce di eresia. Ed è qui che trova motivo per ritenere che il cardine del documento, la benedizione di queste coppie che vivono unioni irregolari è pastorale e non liturgica, benedice i soggetti e la loro ricerca di Dio nella concretezza della loro vita non la loro unione, è un “bizantinismo” impossibile da accettare.

Facciamo nostra la scelta del cardinale  Gerhard Ludwig Müller: ha ragione lui. Se così fosse dovremmo applicare lo stesso parametro a due giovani sposi che, dopo essere a nozze in Chiesa, nelle difficoltà della vita chiedano una benedizione. Ma loro hanno usato dei contraccettivi, e non ne sono pentiti perché il loro amore e le loro condizioni economiche non coincidono con la richiesta di unirsi solo a fini procreativi. Non pensano di essere in peccato mortale e quindi la benedizione gli va negata. Nel mare di modernismo e relativismo il numero dei benedicibili si assottiglia ulteriormente. 

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Ma poi giungono due fidanzati che non hanno il modo di sposarsi e creare una famiglia per le difficoltà a trovare lavoro in cui sono ancora immersi. Non rinunciano però a qualche effusione tra di loro, la sera. Anche a loro, respingendo il modernismo relativista, va negata la benedizione. Come a tutti divorziati risposati o a tutti gli omosessuali che vogliono avere una vita in comune, che non accettano di sentire riassumere ad atto abominevole che per altro le coppie femminili neanche compiono. 

L’esercito dei respinti è tale da far pensare che non si voglia più benedire nessuno. Ma non per quel modernismo o relativismo di cui abbiamo parlato sin qui, ma per quell’errore di ritenere che i Sacramenti siano nutrimento per i perfetti, che sono giustamente pochi e forse non tali, ma alimento per i peccatori, quali siamo tutti noi. 

Ma il passaggio che ha impressionato del testo del cardinale, il sessuocentrismo che manifesta, è questo: “ Si potrebbe dire che ad essere benedetta non è la coppia in quanto unita dal rapporto sessuale, ma la coppia in quanto unita da altri aspetti della loro vita, ad esempio dall’aiuto che si danno reciprocamente durante una malattia? Questa distinzione non cambia il fatto che la coppia è benedetta in quanto coppia unita da rapporti sessuali al di fuori del matrimonio”.

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Ho poche frequentazioni ecclesiali nella mia vita personale, ma ho sempre sentito dire che fede, speranza e carità sono le tre virtù teologali. In questa posizione qui riprodotta letteralmente non  posso certo dire io se via fede, non mi sembra che via speranza, escludo che vi sia carità. Ma se carità vuol dire amore, perché negare l’amore a chi non è perfetto? E’ solo per i perfetti l’amore di Dio, la sua carità? Noi peccatori siamo fuori? 

Tempo fa ricordo che la Chiesa si inventò una donazione, quella costantiniana. Quell’atto inesistente, dunque quel falso, ha fondato un’invenzione, lo Stato Pontificio. Mentire, rendere falsa testimonianza, è un peccato, ma questo non ha tolto alla Chiesa romana l’amore di Dio. C’erano dei motivi storici alla base di quello che però resta un falso. E per fortuna che è così, almeno a mio avviso. 

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