Il Nyt sta con Assange. Ma era un fake

Un editoriale del New York Times a sostegno del fondatore di Wikileaks ha fatto il giro della rete. Ma si trattava di un falso. E ci casca anche Anonymous.

Il Nyt sta con Assange. Ma era un fake
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redazione Modifica articolo

31 Luglio 2012 - 18.07


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Il New York Times schierato a spada tratta dalla parte di Wikileaks? Dalla parte di Assange? Sembrava una notizia clamorosa, ma non era vera. E’ accaduto, infatti, che “qualcuno” sia riuscito ad entrare dentro il sito del NYT. Da qui, è andato alla pagina dei commenti e ne ha scritto uno, firmandolo Bill Keller. Che, fino a qualche tempo fa era direttore esecutivo del gruppo editoriale e oggi è uno dei più seguiti “opinionisti”.

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Qualcuno, insomma, ha hackerato quella pagina del NYT. Ma non è stato il solito “attacco” informatico. E’ stato qualcosa di molto più raffinato, sofisticato. Perché il falso editoriale è stato scritto esattamente nello stile di Bill Keller: ha usato le sue espressioni, addirittura le sue abbreviazioni, ha usato pochi link nell’articolo. Cosa apitica, nelle pagine dei commenti della testata, cosa che usa fare quasi solo Bill Keller. Per farla breve: come se “Il Male” avesse hackerato il sito. Un falso ma molto ben fatto.

L’editoriale in questione, lo si è accennato, era decisamente schierato dalla parte di Wikileaks. Anche Bill Keller, beninteso, verso Assange & Co. ha un atteggiamento decisamente “liberal”. Del resto, il New York Times è stato uno dei tre giornali che ha avuto la possibilità di pubblicare in anteprima i file secretati. Ma certo, l’editorialista “vero” non si è mai spinto a scrivere che “la vicenda Wikileaks ci riguarda tutti, in ballo c’è anche la nostra libertà”.
Comunque sia, l’articolo è è stato pubblicato sul sito. E non è ancora tutto. Un suo collega di redazione, l’ha letto, gli è parsa una presa di posizione coraggiosa e ha subito inviato un tweet per segnalarlo.

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In poche ore, la pagina degli editoriali del sito è stata visitata da decine di migliaia di persone. E hanno cominciato a girare commenti. La quasi totalità a favore, qualcuno anche colpito dal tono troppo esplicito.
Si è andati avanti finché la vicenda non è arrivata alle orecchie di Bill Keller. Il giornalista – il giornalista vero – a quel punto s’è affrettato ad inviare un suo messaggio a Tweet: “Non c’entro nulla, qualcuno ha scritto un fake-articolo”. Si è trattato di un falso, insomma.

Un falso al quale hanno “abboccato” tutti. Ma davvero tutti-tutti: dai grandi siti americani di informazione fino ad arrivare al collettivo Anonymous. Che, ad un certo punto, aveva segnalato come importante quell’articolo. Degno di nota. Ma era un fake. E ora in rete tutti si scusano: avremmmo dovuto controllare, sorry…

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