Una brutta avventura finita bene. Gabriella Simoni, aggredita dai Fratelli Musulmani, della quale stamattina si erano persi i contatti, è stata salvata dai militari e adesso rilasciata insieme alla collega di Radio Rai Maria Gianniti. Entrambe le giornaliste erano state prese in consegna dalla polizia egiziana, forse in stato di fermo.
«C’è stata un’aggressione mentre stavano lavorando intorno alla moschea di Ramses quella in cui erano stati circondati e assediati alcuni manifestanti per tutta la notte». È il racconto a Studio Aperto della giornalista Gabriella Simoni fermata al Cairo insieme con il suo operatore e con l’inviata di RadioRai Maria Gianniti e poi rilasciata.
«Stavamo raccontando questa cosa insieme ad altri colleghi e c’è stata un’aggressione nei nostri confronti perchè avevamo la telecamera. C’è stato un attacco degli anti-Morsi, erano arrabbiatissimi con al Jazeera, quando viene pronunciato il nome si scatena l’inferno. Per fortuna il traduttore di quella zona è riuscito a portarci in salvo e poi è intervenuto l’esercito perché nel frattempo quella piazza in qualche modo era di nuovo al centro degli scontri», ha raccontato la Simoni.
L’inviata stava seguendo i drammatici avvenimenti di queste ore nel paese mediorientale. La Farnesina si è subito attivata.
Con la giornalista c’era anche un operatore di un service esterno, Arturo Scotti, con il quale stava realizzando un reportage nella moschea di al Fatah al Cairo, e Maria Gianniti, inviata di Radio Rai.
Questa mattina alle 11 con un messaggio la Simoni aveva avvisato la redazione dicendo che si trovava in difficoltà, che era in un momento difficile e che era stata aggredita. Dopo sono stati persi i contatti. Il direttore del Tg4 e di Studio Aperto, Giovanni Toti, si è messo subito in contatto con l’Unità di crisi della Farnesina.
La polizia ha salvato altri due giornalisti – Stamani almeno altri due giornalisti stranieri, pare un americano e un britannico, sono stati salvati e trasportati sui blindati dell’esercito dopo un tentativo di aggressione da parte degli anti-Morsi davanti alla moschea al Fatah a piazza Ramses.
Articolo 21 è «solidale con Gabriella Simoni, la brava e coraggiosa inviata di Mediaset, minacciata in Egitto per impedirle di esercitare il suo mestiere di cronista, di occhio della pubblica opinione che ha il diritto di essere informata. Non solo Lei, ma anche altri cronisti sono stati intimiditi vuoi dagli integralisti, vuoi dallo stesso esercito. Per altro alcuni operatori dell’informazione hanno già perso la vita. Ci auguriamo – ha continuato il portavoce di Articolo 21 Beppe Giulietti – che il governo italiano voglia chiedere alle autorità egiziane di compiere ogni sforzo, per quanto sia oggi possibile in quella realtà, per garantire il lavoro dei cronisti che, per altro, con i loro racconti e con i riflettori sempre accesi, documentano gli avvenimenti ed impediscono che i massacri si consumino nel silenzio e nella oscurità».
A Gabriella Simoni bravissima e competente inviata di guerra tutta la solidarietà di Globalist [GotoHome_Torna alla Home]