L'infermiera Usa sfida Trump: "Covid-19 è un disastro politico e chi nega so per chi vota"

Amanda OʼDell Petersen insultata per un post sulle condizioni di lavoro nellʼospedale di Phoenix in Arizona. Lo aveva scritto "per aprire gli occhi" sullʼemergenza sanitaria, ma...

Amanda O'Dell Petersen, infermiera di Phoenix, Arizon
Amanda O'Dell Petersen, infermiera di Phoenix, Arizon
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28 Giugno 2020 - 17.17


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Una sfida a sovranisti e fascisti che negli Stati Uniti non sono nemici della scienza meno che in Italia:
Il viso è quello disfatto da 12 ore di lavoro nel reparto Covid: i dispositivi di protezione lasciano solchi e lividi su quei tratti stanchi e diventati familiari in Italia tre mesi fa, quando a mostrarli erano gli “eroi”. Ma la foto arriva dall’altra parte dell’Oceano ed è il ritratto dell’emergenza coronavirus in atto negli ospedali americani.
A raccontare la storia è stato Tgcom24.

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A sbattere in faccia la realtà ai suoi connazionali è Amanda O’Dell Petersen, infermiera di Phoenix, Arizona. Con un grido sordo ma roboante. “Ho dovuto cancellare il mio post in cui con numeri cercavo di aprire gli occhi sulla realtà delle terapie intensive – scrive in un nuovo sfogo sui social – per gli attacchi che mettevano in dubbio la mia professionalità accusandomi di dire il falso. Questo è un disastro politico e chi nega so per chi vota”. Si è pentita, però, di essersi piegata alle critiche. Così l’operatrice sanitaria ora ha deciso di metterci la faccia e fare un appello: “Proteggetevi per non finire intubati”.
”Ho cancellato il mio post per paura. Vorrei non averlo fatto, perché le persone mi hanno detto che non sapevano che fosse così terribile la situazione, – scrive l’infermiera di Phoenix a corredo del suo selfie. – Condividere la mia esperienza ha aperto gli occhi di qualcuno”. E invita chi l’ha attaccata e sbeffaggiata a rivedere le proprie posizioni.
 “C’è una foto che gira con i letti nell’atrio del nostro terzo piano dove si trovano mamme e bambini: non è un falso”, insiste, lasciandosi andare ad un lungo sfogo a cuore aperto.
 “Sono stanca di persone a caso che mi dicono che sto esagerando sui nostri numeri in terapia intensiva o su quanti pazienti Covid stiamo vedendo. Sono stanca che le persone se ne freghino perché direttamente non conoscono nessuno che sia risultato positivo, quindi non è un grosso problema”.
 “Gli operatori sanitari sono messi a tacere da persone che si sentono abbastanza privilegiate per ‘esercitare i loro diritti’ e divertirsi in un bar assembrati con i loro simili. Persone negligenti che credono che da quando hanno trovato alcuni video di dottori che sostengono le loro convinzioni, ci dimostrano che ci sbagliavamo ad indossare le mascherine”.
 “Io indosso una mascherina per 12 ore. Così fanno i miei colleghi. Indossiamo mascherine che scavano nei nostri volti così duramente che torniamo a casa con lividi e piaghe”.
 “Ma sai cosa non si vede nella propria ignoranza? – spiega. – La terapia intensiva traboccante. Le persone che muoiono sole. E il compagno di 40 anni di vita che dice addio tramite FaceTime. La gente che ti supplica di non lasciarla morire mentre ansima per l’aria. I pazienti che arrivano stabili un giorno e al turno dopo sono morti. (…) Operatori sanitari che vanno a casa di notte e hanno incubi. E attacchi di panico. E ansia”.
 Da qui il rinnovato appello a chi vive senza rispettare le norme anti-Covid di cambiare atteggiamento e usare precauzioni per evitare il contagio. “Abbiamo completamente fallito. Non sono bugie. Non ci importa di essere chiamati eroi. Teniamo molto alla vita delle persone. Non vogliamo vederti qui. Aiutami ad alleviare l’ansia di tornare a casa da questo incubo, perché a casa mi aspettano due bambini di età sotto ai 2 anni”, conclude

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