Mosca attacca pesantemente l’Occidente, cercando di passare dalla parte delle ‘vittime’. “Nel loro desiderio di strangolare la Russia, le potenze occidentali sono pronte a tutto, compreso il risveglio del nazismo”. Lo affermato la Missione permanente della Federazione Russa presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, commentando la decisione adottata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che ha aperto un’indagine su una serie di presunte violazioni da parte delle forze armate russe a Kiev, Chernigov, Kharkov e Sumy quando quelle aree erano controllate dall’esercito di Mosca tra la fine di febbraio e marzo.
Commentando il documento, i diplomatici russi hanno affermato che “l’isteria anti-russa, scatenata dagli occidentali non ha nulla a che fare con una genuina preoccupazione per il destino dell’Ucraina stessa e del suo popolo”. “Nel loro maniacale desiderio di strangolare la Russia, sono pronti a tutto, fino alla rinascita del nazismo nelle sue manifestazioni peggiori”, ha affermato la missione diplomatica in un comunicato diffuso dall’agenzia Tass. I diplomatici russi hanno anche sottolineato “un altro uso del Consiglio per i diritti umani nell’interesse di un ristretto gruppo di stati”.
La risoluzione del Consiglio per i diritti umani è stata sostenuta da 33 delegazioni nazionali, tra cui Regno Unito, Lituania, Polonia, Stati Uniti, Ucraina, Francia, Repubblica Ceca e Giappone. Cina ed Eritrea hanno votato contro, mentre 12 delegazioni, tra cui Armenia, Kazakistan e Uzbekistan, si sono astenute. La Russia non ha preso parte alla sessione.