I russi continuano a martellare la regione di Kharkiv, gli ucraini lanciano droni su Krasnodar

 Le forze armate russe anche domenica hanno continuato a martellare la regione di Kharkiv. Nei raid sono morti almeno dieci ucraini, tra cui una donna incinta

I russi continuano a martellare la regione di Kharkiv, gli ucraini lanciano droni su Krasnodar
Guerra in Ucraina
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19 Maggio 2024 - 22.20


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 Le forze armate russe anche domenica hanno continuato a martellare la regione di Kharkiv. Nei raid sono morti almeno dieci ucraini, tra cui una donna incinta, con le forze di difesa che hanno denunciato la tattica del doppio attacco, che prevede un primo bombardamento e poi un secondo all’arrivo dei servizi di emergenza.

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Kiev ha risposto lanciando i suoi droni oltre confine, e prendendo di mira un aeroporto militare ed una raffineria nella regione di Krasnodar.

Dall’inizio dell’offensiva sul nord-est ucraino, lo scorso 10 maggio, Mosca ha ottenuto le conquiste territoriali più significative dalla fine del 2022. L’avanzata, secondo Kiev, ora è stata fermata, ma i russi hanno smentito. Nell’ultima giornata di conflitto cinque civili sono stati uccisi alla periferia della seconda città ucraina, hanno riferito le autorità locali. Aggiungendo che in un secondo raid, avvenuto 20 minuti dopo, ci sono stati sedici feriti, incluso un bambino di otto anni, un poliziotto e un soccorritore. In seguito, altri cinque civili sono morti nel fuoco di lanciarazzi multipli sui villaggi di Novoossynove e Kivsharivka.

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Sul fronte opposto i russi hanno comunicato di aver abbattuto decine di droni nella notte, la maggior parte dei quali nella regione di Krasnodar, nel sud-ovest del Paese. Secondo gli ucraini invece alcuni importanti bersagli nell’area sono stati colpiti: un aeroporto militare e la raffineria di Kushchevsky, una delle più grandi in questa parte del territorio russo. L’impianto è stato chiuso per registrare i danni.

Gli attacchi alla raffinerie sono una delle scelte strategiche degli ucraini per indebolire l’avversario in un asset cruciale per la propria economia, che tanto conta sull’export di greggio. I blitz di questo tipo sono stati una ventina negli ultimi mesi, e Kiev ha rivendicato di aver provocato danni significativi alla produzione russa.

Non a caso gli Stati Uniti hanno più volte esortato l’alleato a non colpire questo tipo di impianti, perchè la preoccupazione di Washington è un’ulteriore escalation del conflitto, che allontani ancora di più una prospettiva di dialogo tra le parti.

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Un altro fronte battuto dagli ucraini è quello dei raid alla flotta russa nel Mar Nero. L’ultimo bersaglio centrato è stato una dragamine, che secondo Kiev differiva dai suoi predecessori di era sovietica per le attrezzature più avanzate per la ricerca e la distruzione delle mine.

Gli ucraini, pur tra mille difficoltà in termini di mezzi e uomini, continuano quindi a resistere, mentre il comandante delle forze di terra Oleksandr Pavlyuk ha parlato di diecimila soldati persi dal nemico nell’ultima settimana. La difesa strenua del territorio è motivata anche dalla convinzione che Vladimir Putin non abbia nessuna intenzione di fermarsi. Per questo motivo, Volodymyr Zelensky ha respinto l’idea della tregua olimpica proposta da Emmanuel Macron, affermando che dello zar non ci si può fidare.

In queste ore fa discutere, soprattutto tra gli alleati di Kiev, anche un’altra iniziativa del presidente francese, che ha invitato una delegazione russa alle celebrazioni del D-Day, il prossimo 6 giugno in Normandia. La Casa Bianca, interpellata in proposito, è apparsa piuttosto fredda: «Rinviamo al governo francese, che organizza la commemorazione in Normandia. Ma forse questo ricorderà ai russi che un tempo in Ucraina combattevano i veri nazisti, non quelli immaginari», ha detto un portavoce del presidente Biden.

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