Un alto funzionario di Hamas ha detto che “nessuno ha idea” di quanti dei 120 ostaggi rimasti a Gaza siano vivi. Il commento è stato fatto in un’intervista alla Cnn.
Nell’intervista alla Cnn, il portavoce di Hamas e membro dell’ufficio politico Osama Hamdan ha detto: “Non ne ho idea. Nessuno ha un’idea al riguardo”. La Cnn riferisce di aver affermato – senza fornire alcuna prova – che l’operazione israeliana per liberare quattro ostaggi sabato ha provocato la morte di altri tre, tra cui un cittadino americano.
Ad Hamdan è stato chiesto della testimonianza di un medico che ha curato gli ostaggi rilasciati, in cui è stato riferito che avevano subito abusi mentali e fisici e venivano picchiati ogni ora.
Lui ha risposto: “Credo che se hanno problemi mentali, ciò è dovuto a ciò che Israele ha fatto a Gaza. Perché [nessuno può] gestire ciò che Israele sta facendo, bombardando ogni giorno, uccidendo civili, uccidendo donne e bambini… lo hanno visto [con] i propri occhi”.
Hamdan ha affermato che qualsiasi accordo per il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza dovrebbe includere garanzie di un cessate il fuoco permanente e del completo ritiro delle forze israeliane da Gaza.
Hamdan ha anche detto alla Cnn che l’ultima proposta sostenuta dagli Stati Uniti non soddisfa le richieste di Hamas, con una delle preoccupazioni principali riguardante la durata del cessate il fuoco. Hamas vuole garanzie scritte da parte degli Stati Uniti per un cessate il fuoco permanente, oltre al ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza, per firmare la proposta di tregua, hanno detto a Reuters all’inizio di questa settimana due fonti di sicurezza egiziane.
Hamdan ha anche smentito le notizie secondo cui il capo di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, avrebbe suggerito che la morte di migliaia di palestinesi fosse “sacrifici necessari”. Hamdan ha detto alla Cnn che i messaggi, riportati dal Wall Street Journal, “erano falsi”.
Secondo il rapporto della Cnn, “Hamdan ha ripetutamente deviato ogni domanda sul ruolo di Hamas nella sofferenza dei palestinesi a Gaza” e ha definito gli attacchi del 7 ottobre, che hanno scatenato l’attuale guerra a Gaza, “una reazione contro l’occupazione”.