Il corridoio Philadelphi, “la fossa comune degli ostaggi”. Un’accusa gravissima al Primo ministro d’Israele, Benjamin Netanyahu, lanciata da Haaretz in un editoriale di fuoco: “La decisione del Gabinetto di sicurezza di giovedì di mantenere le forze israeliane sulla rotta Philadelphi anche nell’ambito di un possibile accordo per la liberazione degli ostaggi, contrariamente alla posizione del ministro della Difesa Yoav Gallant, significa una cosa: il Primo ministro Benjamin Netanyahu sta ancora una volta ostacolando l’accordo, o quantomeno ponendo ostacoli alla sua fattibilità.
È innegabile che la volontà israeliana non sia sufficiente per firmare un accordo sugli ostaggi; anche Hamas deve dimostrare la sua volontà. Ma se è difficile per gli israeliani valutare direttamente la disponibilità dell’organizzazione a un accordo, hanno dati sufficienti per mettere in dubbio la volontà del governo israeliano guidato da Netanyahu di condurre negoziati seri per il desiderio di portare a termine un accordo: riportare gli ostaggi in Israele in cambio dell’assunzione dei rischi insiti in tale accordo. L’opposizione del ministro della Difesa all’ultima mossa di Netanyahu richiede l’attenzione dell’opinione pubblica. Dimostra che l’insistenza delle Forze di Difesa Israeliane a rimanere sulla rotta di Filadelfia non è radicata in esigenze di sicurezza; la sua origine non è militare e le considerazioni che guidano il primo ministro non sono esclusivamente legate alla sicurezza.
L’establishment della difesa, che Gallant rappresenta, ritiene che l’accordo sugli ostaggi possa andare avanti nella sua attuale formulazione. Netanyahu sta insistendo su una condizione che non è richiesta dalle circostanze.
Il corridoio Philadelphi è diventato un “asset strategico” secondo Netanyahu, i suoi partner e i suoi sostenitori, perché serve a Netanyahu per bloccare l’accordo. Questo è il motivo della rabbia di Gallant.
“Mi è stato insegnato che non si lasciano indietro i feriti. Cosa è successo a noi? Stiamo parlando di persone che sono state strappate dai loro letti. Le decisioni che stiamo prendendo segnano il destino di decine di nostri concittadini”, ha detto Gallant dopo la turbolenta discussione nel Gabinetto.
I parenti degli ostaggi che ritengono che Netanyahu e i suoi partner nel gabinetto di sicurezza abbiano trasformato la rotta di Philadelphia in una “fossa comune degli ostaggi e che “non ci siano considerazioni legittime, ma piuttosto considerazioni criminali di sopravvivenza politica”, hanno ragione.
La posizione di Netanyahu è vergognosa sotto ogni punto di vista. La restituzione degli ostaggi è stata definita come uno dei due obiettivi della guerra. La conquista o l’occupazione di Gaza, o di parte di essa, non era definita come un obiettivo, tanto meno il trincerarsi in essa e trasformarla in un’attrazione per i coloni messianici.
Gli ostaggi, le loro famiglie e ogni singolo israeliano meritano di vivere in un Paese il cui governo e il cui leader agiscano sulla base di considerazioni pertinenti, si assumano la responsabilità della vita dei propri cittadini e dei propri soldati e si impegnino realmente per la propria sicurezza. Il cinismo nei confronti della vita degli ostaggi è insopportabile; il fatto di vanificare gli accordi non appena si compiono progressi nei negoziati equivale a torturare gli ostaggi e le loro famiglie”.
Dolore e rabbia
Intanto, l’esercito israeliano ha reso noto di aver trovato diversi corpi a Gaza, che ha identificato come quelli di sei ostaggi sequestrati da Hamas e altro gruppi palestinesi a Gaza.
I corpi, ritrovati sottoterra nel sud della Striscia, in “un tunnel nell’area di Farah”, sono stati successivamente identificati: si tratta due donne e quattro uomini. “L’esercito e lo Shin Bet hanno localizzato e recuperato i corpi degli ostaggi Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Hersh Goldberg-Polin, Alexander Lobanov, Almog Sarusi e Ori Danino”, hanno annunciato le Idf in un comunicato stampa. Cinque di loro erano stati rapiti dal festival di musica techno Nova dai commando di Hamas durante l’attacco del 7 ottobre.
I sei ostaggi recuperati a Rafah sono stati “brutalmente assassinati” da Hamas poco prima dell’arrivo delle truppe. Lo riferisce il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, scrive Times of Israel.
“Secondo una prima valutazione… sono stati brutalmente assassinati dai terroristi di Hamas poco prima che li raggiungessimo. Sono stati rapiti vivi la mattina del 7 ottobre. I loro corpi sono stati trovati durante i combattimenti a Rafah, in un tunnel, a circa un chilometro di distanza da quello da cui abbiamo salvato Farhan al-Qadi qualche giorno fa”, ha affermato in una conferenza stampa. “Da quando Farhan è stato trovato, alle truppe è stata data più enfasi sull’operare con cautela del solito, perché sapevamo che nella zona potrebbero esserci altri ostaggi. Non avevamo informazioni sulla posizione esatta”, ha affermato Hagari. “I soldati – ha aggiunto il portavoce – hanno combattuto i terroristi di Hamas in superficie nell’area in cui si trovava il tunnel”.
Fonti della sicurezza citate da Kan hanno riferito che i sei ostaggi sono stati uccisi tra venerdì sera e sabato mattina.
Secondo dichiarazioni di una fonte della sicurezza alla radio militare, citata dal Times of Israel, tre degli ostaggi i cui corpi sono stati recuperati nella Striscia di Gaza erano nella lista “umanitaria” dei prigionieri e dovevano essere rilasciati nella prima fase di una proposta di accordo sugli ostaggi. “Il numero di ostaggi che hanno i requisiti per essere rilasciati nella prima fase di un accordo proposto – donne, uomini sopra i 50 anni e ostaggi con gravi condizioni mediche – sta diminuendo”, afferma la fonte.
Chi erano gli ostaggi trovati morti
Alex Lobanov, 33 anni, è stato rapito al festival Nova, dove lavorava come manager di un bar. Lascia la moglie Michal e i figli Tom, 2 anni, e un neonato nato durante la prigionia. Alex aveva anche la cittadinanza russa.
Almog Sarusi, 27 anni, era anche lui al festival Nova. Era rimasto alla festa per prendersi cura del suo compagno, Shachar
Gindi, che era stato ferito dai terroristi prima di essere ucciso.
Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, è stato portato via dal Nova, era lì con gli amici e si è nascosto in un rifugio, dove uno dei suoi amici, Aner Shapira, è stato assassinato. Alla fine di aprile, Hamas ha pubblicato un video di Goldberg-Polin che mostrava il suo braccio amputato sotto il gomito, dopo essere stato ferito il 7 ottobre. Era anche cittadino americano.
Eden Yerushalmi, 24 anni, era al festival dove lavorava come barista, la sua foto, bellissima, con i capelli lunghi, è dappertutto a Tel Aviv.
Ori Danino, 25 anni, è stato rapito al rave.
Carmel Gat, 39 anni, del Kibbutz Beeri, lavorava come terapista, di lei si sa che era stata in India per un periodo ed era tornata in Israele il primo ottobre, una settimana prima di essere rapita.
Cinque dei sei ostaggi i cui corpi sono stati recuperati, dunque, sono stati rapiti da Hamas il 7 ottobre al festival Nova. Dopo il recupero dei corpi, restano a Gaza 97 dei 251 ostaggi, compresi i corpi di almeno 33 morti confermati dall’Idf.
A fine novembre, durante una tregua durata una settimana, Hamas ha rilasciato 105 civili e prima di allora erano stati rilasciati quattro ostaggi. Otto ostaggi sono stati tratti in salvo vivi dall’esercito che ha recuperato anche i corpi di 37 ostaggi, tra cui tre uccisi per errore dai militari israeliani mentre cercavano di sfuggire ai loro rapitori.
Hamas detiene anche due civili israeliani entrati nella Striscia nel 2014 e nel 2015, nonché i corpi di due soldati dell’Idf uccisi nel 2014.
“Il cuore di un’intera nazione è stato fatto a pezzi”. Lo ha detto il presidente israeliano, Isaac Herzog, dopo il ritrovamento dei corpi di sei ostaggi uccisi a Gaza.
“A nome dell’intero Stato di Israele, stringo nel cuore le loro famiglie e chiedo perdono. Perdono per non essere stato in grado di riportare i vostri cari a casa sani e salvi”, ha detto.
Secondo Herzog, l’uccisione degli ostaggi dimostra la prontezza di Hamas a compiere crimini contro l’umanità, aggiungendo che il “sacro obiettivo del Paese era quello di riportarli a casa”.
L’ex ministro della Difesa Benny Gantz, da parte sua, ha esortato il premier Netanyahu a chiamare immediatamente le famiglie dei sei ostaggi israeliani i cui corpi sono stati ritrovati a Gaza.
“Primo ministro, è una mattina dolorosa per tutto il popolo di Israele, ma soprattutto per sei famiglie. Farhan al-Qadi, che è stato liberato, lo ha chiamato immediatamente, e per Noa Argamani è venuto anche in ospedale”, ha twittato Gantz. “Chiami subito le sei famiglie degli ostaggi uccisi e ci parli. Questo è il minimo che meritano. Non aspetti nemmeno un minuto”.
“Sono passate due ore dalla pubblicazione dei nomi degli ostaggi uccisi e il fatto che il Presidente della più grande potenza mondiale abbia emesso un messaggio di condoglianze e il Primo ministro di Israele non abbia twittato una parola sulla questione, dimostra solo che Benjamin Netanyahu sta scappando dalle responsabilità”, ha twittato il deputato di Yisrael Beytenu Oded Forer, aggiungendosi al coro di critiche contro Netanyahu.
Le famiglie dei rapiti: “Israele tremerà”
“A partire da domani, il Paese tremerà. Chiediamo alla gente di prepararsi. Israele si fermerà. Netanyahu ha abbandonato gli ostaggi. Ora è un fatto. L’abbandono è finito”.
È la drammatica dichiarazione del Forum delle famiglie degli ostaggi subito dopo aver appreso del ritrovamento dei cadaveri di sei rapiti. I parenti hanno spiegato che domani daranno dettagli delle grandi proteste che ci saranno nel Paese.
Il Forum chiede a Netanyahu di assumersi la responsabilità dell’abbandono degli ostaggi dopo il recupero dei sei corpi nella Striscia.
Il Forum afferma che la morte degli ostaggi è il “risultato diretto” del “siluramento” da parte del premier delle proposte di accordo sugli ostaggi e della sua richiesta di mantenere la presenza dell’Idf nel Corridoio Philadelphi. Negli ultimi mesi, otto ostaggi sono stati salvati vivi nel corso di operazioni militari, rispetto ai 105 ostaggi rilasciati nell’accordo di novembre”, si legge in un comunicato.
“Non ci aspettiamo che il terrorista Sinwar restituisca gli ostaggi, ci aspettiamo che il Primo ministro di Israele faccia tutto, tutto, tutto, per riportare a casa gli ostaggi”, ha aggiunto il Forum dopo la diffusione del discorso registrato di Netanyahu in seguito al ritrovamento di sei ostaggi uccisi.
Sabato sera, la sorella di un ostaggio in mano a Hamas che stava partecipando a una manifestazione di protesta a Tel Aviv dei parenti degli ostaggi è stata ferita da un poliziotto a cavallo durante gli scontri scoppiati in piazza, in cui la polizia ha arrestato due manifestanti. In un video che circola sui social, si vede un cavallo montato da un agente antisommossa che passa sopra alla ragazza caduta a terra, quasi calpestandola.
Secondo i media, fra cui il Times of Israel, la ragazza ferita è Natalie Atedgi, sorella di Matan Zangauker, ostaggio dei terroristi di Hamas, ed è stata trasportata in ospedale. La madre della ragazza, Einav Zangauker, ha accusato il Primo ministro Benyamin Netanyahu di “assassinare gli ostaggi” “sabotando” il possibile accordo con Hamas.
Secondo il capo dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, “i nostri figli e le nostre figlie muoiono in prigionia e Netanyahu è impegnato a fare giri di parole. Non gli interessano né l’asse Philadelphi né i vaccini antipolio, ma solo la coalizione e di tenersi stretti Smotrich e Ben- Gvir.
“Lungo la sua strada schiaccia le famiglie e il popolo d’Israele. Continueremo a stare al fianco delle famiglie degli ostaggi, ad abbracciarle e proteggerle in questi tempi difficili.” Lo scrive Lapid sul suo account X.
La morte dei sei ostaggi è “straziante per l’intero Paese, tranne che per chi lo guida”, ha scritto il leader oppositore, che accusa il governo di “seppellire i prigionieri” dopo che l’Idf ne ha trovati sei assassinati in un tunnel a Gaza.
“Invece di fare un accordo, stanno facendo politica, invece di salvare vite, stanno seppellendo gli ostaggi. Invece di fare di tutto per riportarli a casa, il Primo ministro Benjamin Netanyahu sta facendo di tutto per restare al potere. Il governo dei disastri sta seppellendo lo Stato di Israele”, scrive Lapid su X.
“Erano vivi. Netanyahu e il gabinetto della morte hanno deciso di non salvarli. Ci sono ancora rapiti in vita, un accordo è ancora possibile. Netanyahu non lo fa per ragioni politiche”, ha sottolineato il leader dell’opposizione, invitando il sindacato israeliano Histadrut e le autorità locali a fermare l’economia: “Il Paese sta crollando, non si può continuare così”.
Anche l’Israel business Forum che rappresenta la maggior parte dei lavoratori delle più grandi aziende private israeliane ha dichiarato che si unirà all’appello del Forum delle famiglie degli ostaggi per una mobilitazione pubblica.
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