Michael Jackson: audio e foto shock al processo
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Michael Jackson: audio e foto shock al processo

Il medico del cantante, Michael Murray, accusato di negligenza e incompetenza.

Michael Jackson
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28 Settembre 2011 - 11.53


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Dobbiamo essere fenomenali. Quando le persone lasciano questo show, quando le persone lasciano il mio show, io voglio che dicano: ‘Non ho mai visto niente del genere nella mia vita’”.
E’ questo il contenuto dell’audio shock di Michael Jackson, registrato circa un mese prima della sua morte, che l’accusa ha fatto ascoltare ieri ai giurati nel corso del processo contro il medico del cantante, Michael Murray (a sinistra in foto).
Un audio che ha sconvolto i presenti non tanto per il significato delle parole, quanto per il loro suono: una voce sbiascicata e assente, un timbro di voce tremolante, che tradisce una condizione fisica devastata già diverso tempo prima del decesso.

La foto nella barella dell’ospedale

Non solo. L’accusa ha anche mostrato ai giurati una foto (la potete vedere in basso) di Jacko senza vita che giace su una barella di ospedale.
Un’immagine “lacerante”: scrive il Telegraph, citando il commento della sorella del cantante.

Le accuse al medico: rischia 4 anni di carcere

Il medico personale di Jackson è accusato di “grave negligenza, abbandono del paziente e incompetenza”. Reati che, in caso di condanna, lo porterebbero in carcere fino a 4 anni.
Secondo il pubblico ministero David Walgren, Murray non era affatto interessato alla salute del suo paziente, ma solo all’interesse lucrativo verso un “contratto da 150mila dollari al mese”.
Jacko è morto il 25 giugno del 2009 a soli 50 anni, ucciso da un’overdose di farmaci (in particolare dal propofol, un potente anestetico).

Non ha allertato il pronto soccorso

Secondo i procuratori è stato il suo medico a somministrargli la dose letale del farmaco. E nel momento nel malore non avrebbe allertato subito il pronto soccorso.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, il dottor Murray avrebbe infatti trovato Jackson in stato di incoscienza alle 11.56 del mattino del 25 giugno, ma non avrebbe fatto chiamare il numero per le emergenze, il 911, prima delle 12.20.
Di più: una volta accompagnato il paziente al pronto soccorso, non avrebbe detto ai dottori di avere somministrato a Jackson il Propofol.
La difesa, invece, ha ribadito che è stato Jackson stesso a provocare la sua morte, prendendo prima alcune pillole di lorazepam e poi il propofol e creando “nel suo corpo una tempesta perfetta”.

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