Cacciare Greco? Perché l'attacco al direttore dell'Egizio è un segnale allarmante

La polemica di un esponente di FdI e del vicesegretario della Lega è un messaggio che desta allarme. Come dicono 92 egittologi e i professori di archeologia

Cacciare Greco? Perché l'attacco al direttore dell'Egizio è un segnale allarmante
Il direttore Christian Greco da un video sul sito web del Museo Egizio di Torino
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Stefano Miliani Modifica articolo

22 Settembre 2023 - 02.01 Giornale dello Spettacolo


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Lo saprete: due alti esponenti della Destra chiedono senza mezzi termini in un caso di mandare via a fine mandato, in un altro di cacciare seduta stante il direttore del Museo Egizio di Torino, l’egittologo Christian Greco (qui trovate il link alla notizia di globalist.it ).
Che dal 2014 lo studioso esegua un lavoro eccellente e riconosciuto dappertutto, Egitto incluso, per chi lo attacca conta poco o nulla e anzi chissà che non peggiori la faccenda. Forse non è un fulmine a ciel sereno, non è la prima volta. Solo che stavolta il livello dell’attacco è molto più alto. Per cui simili offensive non vanno sottovalutate e si rivelano messaggi, involontari forse, certo non subliminali, agli elettori, al mondo della cultura tutto, indirettamente anche a professori di ogni ordine e grado inclusi. E messaggi di tal genere manifestano una concezione autoritaria della vita pubblica.

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Ricapitoliamo in sintesi. Il 18 settembre l’assessore regionale di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone sferra il primo assalto, con toni “garbati” come ha commentato Greco in un’intervista a Repubblica. Al Corriere della Sera Marrone dice che, pur forte di ottimi risultati come manager, Greco non andrà confermato e deve quindi andarsene. A ruota il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, quindi il vertice del partito, parlando al sito Affaritaliani.it lancia strali più letali: Greco è “un direttore di sinistra che ha gestito” il museo “in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana” per cui “faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui”. Il verbo rivelatore è “cacciarlo”.
Clicca qui per il sito del Museo Egizio

Perché un simile astio? Qual è l’imperdonabile colpa dello studioso? “Qualche anno fa Greco decise uno sconto solo per i cittadini musulmani”, attacca Crippa. Falso: dal 6 dicembre 2017 al 31 marzo 2018 l’Egizio ha organizzato la campagna di promozione “Fortunato chi parla arabo” grazie alla quale i cittadini di lingua araba potevano entrare al museo in due al prezzo di un biglietto intero. L’obiettivo era “stimolare la fruizione dell’offerta culturale della città, per consentire ai cittadini di lingua araba di essere sempre più parte della comunità con cui hanno scelto di vivere e condividere il futuro”.

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Interno del Museo Egizio di Torino da un video sul sito web dell’istituto

A febbraio 2018 Giorgia Meloni in persona, leader di FdI, condusse una protesta davanti all’istituto torinese con un faccia a faccia con Greco medesimo. La leader accusava l’egittologo di “discriminazione” a favore dei musulmani. Oltre a professarsi cattolico, lo studioso ebbe gioco facile a smentirla: dire “di lingua araba” non equivale a dire “musulmani”, sia perché i fedeli di religione islamica sono molte centinaia di milioni più dei parlanti arabo (basti pensare alla popolosissima Indonesia), sia perché i circa otto milioni di copti, guarda un po’, parlano arabo eppure sono cristiani. Senza dimenticare che chi parla arabo può anche non essere musulmano.
Potete guardare il video di quella discussione cliccando qui 

A Giorgia Meloni la distinzione, fondamentale, tra musulmani e arabi non interessava allora, a Marrone e Crippa non interessa affatto oggi, altrimenti non sferravano l’attacco. Quanto al ministro Gennaro Sangiuliano? Commenta? “Sono a Milano, non parlo di Torino”, risponde ai cronisti nel capoluogo lombardo. Alle 17.08 l’ufficio stampa ministeriale divulga un comunicato sul motivo della visita, i lavori del polo museale della Grande Brera.
Bene che Vittorio Sgarbi da sottosegretario della cultura difenda Greco, sostenga che “ha fatto un ottimo lavoro”, tuttavia Sgarbi è Sgarbi, non è incasellabile nel governo. Invece Sangiuliano è giornalista, conosce bene i media, per cui svicola per scelta, non perché distratto. Qualunque siano le ragioni (imbarazzo forse?), il mancato dissenso pubblico del ministro rafforza simili esternazioni. Infatti poi deve chiarire: “Da parte mia e del Ministero non c’è volontà di fare alcuna lista di proscrizione”.

Al riguardo una precisazione formale: l’Egizio non è un museo statale, quindi Sangiuliano non può “cacciare” nessuno, bensì è retto da una Fondazione con ministero, Regione, Comune, Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt (clicca qui ) guidata fino al 2024 da Evelina Christillin. Detto ciò, ci sta che la politica del tempo abbia indicato i criteri di nomina ma Greco, nato nel 1975, direttore dal 2014, possedeva un curriculum di levatura internazionale e progetti sia di scambi con altre istituzioni che con la città che si sono dimostrati di prim’ordine. Sennonché il passaggio odierno rappresenta un salto: è un attacco esplicito per ragioni manifestatamente politiche, non per motivi manageriali o tantomeno scientifici. Anzi, per motivi ideologici.

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Interno del Museo Egizio di Torino da un video sul sito web dell’istituto

Non guasterà un’altra constatazione. I musei, italiani e stranieri, da molti anni hanno organizzato oppure organizzano iniziative per facilitare l’accesso e la conoscenza di alcune categorie di persone. A Torino il Museo d’Arte Orientale – Mao organizzava efficaci programmi con associazioni cinesi cittadine; il Mudec – Museo delle Culture di Milano ha lavorato molto con numerose comunità insieme a più associazioni; a Bergamo la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Gamec si è occupata brillantemente dal 2005 di inclusione verso i nuovi cittadini, tanto per restare al nord. Ad Ancona il benemerito Museo Statale Tattile Omero organizza progetti per ipo e non vedenti: a nessuno verrebbe in mente di sostenere che “discrimina” i vedenti.

Sul caso 92 egittologhe ed egittologi manifestano in una lettera “costernazione” ed esprimono “il supporto della comunità scientifica” a Greco per aver trasformato l’Egizio “in un riferimento del panorama culturale e sociale italiano” grazie alle sue “capacità manageriali” che scaturiscono da “una visione di lungo termine basata su solide competenze scientifiche e capacità di dialogo”.
Di pari passo, la Federazione delle Consulte universitarie di archeologia (raccoglie quasi tutti i professori universitari della disciplina) in un documento esprime “viva preoccupazione” e replica ai due politici delle maggioranze della Regione Piemonte e del Governo: gli “auspici” di sostituire il direttore non sono “sostenuti da valutazioni di ordine scientifico e/o gestionale, che certamente non spettano a esponenti politici, peraltro privi di specifiche competenze nell’amministrazione di enti culturali e museali, ma fatti esclusivamente sulla base di considerazioni politiche”. Infine, “evitando malintese forme di spoil system, le future scelte relative alla direzione sia del Museo Egizio sia di ogni altro Museo e luogo della cultura italiani vengano effettuate esclusivamente sulla base di un’attenta e libera valutazione delle competenze scientifiche e gestionali, individuando personalità di alto profilo, al di là di appartenenze e afferenze di vario genere”.

I docenti colgono il punto cruciale, la nota davvero allarmante: per un esponente di FdI, e a ruota un leghista, figure entrambi di primo piano, come si racconta la cultura e si tocca la sfera emotiva pubblica è determinante per avere, mantenere ed espandere il consenso. Di conseguenza se un direttore di un istituto di valore internazionale e ammirato qual è l’Egizio si tiene lontano dalla politica e non si attiene all’ideologia di questa maggioranza va, molto chiaramente, cacciato ora o allontanato appena possibile. Ora tocca a Greco, poi a chi? Perché è bene non illudersi: il gioco, chiamiamolo sarcasticamente così, è iniziato e chi lo gioca cercherà di allargarlo fin dove potrà.

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Aggiornamento al 23 settembre
Con una lettera alla Stampa pubblicata sabato 23 settembre il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sull’onda delle polemiche ha finalmente preso posizione: “Greco è un apprezzato egittologo, non ha decifrato la Stele di Rosetta ma ha lavorato con impegno e risultati. E potrà continuare a farlo fin quando la Fondazione deciderà che è lui il più adatto. Nei suoi confronti non c’è alcun pregiudizio, né tanto meno è in corso una minacciosa campagna per ‘cacciarlo’. Il merito, e non le appartenenze politiche, saranno sempre la bussola per le nostre scelte. A differenza di quello che abbiamo visto in passato”. Annotiamo però che Crippa ha parlato al plurale, “faremo di tutto per cacciarlo”, non a titolo personale. E le appartenenze politiche per questo governo contano eccome: lo attestano le nomine fatte, dalla Rai in poi.

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