Fotografia e archivi: l'associazione "Identità fotografiche" si impegna per tutela e valorizzazione
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Fotografia e archivi: l'associazione "Identità fotografiche" si impegna per tutela e valorizzazione

Creata dai fotografi professionisti Maurizio Riccardi, Marco Ravagli e Marco Geppetti, figli di grandi fotografi e custodi di tre immensi archivi fotografici

Fotografia e archivi: l'associazione "Identità fotografiche" si impegna per tutela e valorizzazione
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30 Settembre 2024 - 21.31 Culture


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Arriva un nuovo punto di riferimento nel panorama culturale e artistico italiano. E’ stata presentata ufficialmente a Roma, presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, l’associazione “Identità Fotografiche” che ha l’obiettivo di tutelare e valorizzare gli archivi fotografici italiani, che custodiscono un patrimonio dal valore culturale e storico inestimabile. Un’organizzazione nata al fine di garantirne la fruizione pubblica e la salvaguardia per le generazioni future, dato che, come ha evidenziato Maurizio Riccardi, “un archivio fotografico non è solo una raccolta di immagini, ma un vero e proprio ‘affresco’ della storia culturale, politica e sociale del Paese”.

La conservazione degli archivi fotografici è stata uno dei temi centrali del dibattito, dato che molti di essi rischiano di essere perduti per sempre, per l’erosione del tempo ma soprattutto per la mancanza di strutture adeguate, recente esempio quello delle pellicole andate a fuoco durante l’estate al Centro Sperimentale.

La promozione della cultura fotografica italiana passerà, dunque, anzitutto attraverso progetti di catalogazione e digitalizzazione dei materiali, che coinvolgano Istituzioni nazionali e aziende, sia pubbliche che private, e il Ministero della Cultura ha già stanziato quattro milioni di euro. “Tra i progetti più ambiziosi – ha proseguito Riccardi – la creazione di un museo dedicato alla fotografia italiana, che possa ospitare sia mostre temporanee che permanenti, coinvolgendo fotografi emergenti e nomi affermati del settore”.

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L’importanza della fotografia, e in particolare del fotogiornalismo come strumento di documentazione e narrazione visiva della storia italiana, è stata sottolineata dal direttore dell’Adnkronos, Davide Desario, che ha ricordato il rischio di sottovalutazione del lavoro dei fotografi professionisti nell’era digitale.

Essi sono creatori di immagini frutto di preparazione, occhio attento e sensibilità, “autentiche, che restano nella memoria collettiva”, che “non solo raccontano la storia, ma la rendono indimenticabile”. Questo è tanto più vero oggi, nell’era dei social media, in cui le immagini sono uno degli elementi più importanti per la diffusione delle notizie, ma la tendenza a considerare la fotografia come qualcosa di accessibile a tutti, senza bisogno di competenze specifiche, è sbagliato: come ha sottolineato Desario “non basta avere un telefono con una buona fotocamera”.

Altro argomento centrale nella discussione è stato l’impatto delle nuove tecnologie sulla fotografia, inserito nell’indagine conoscitiva della Commissione Cultura della Camera in corso; in particolare, l’uso dell’Intelligenza Artificiale che, se da un lato essa rappresenta una risorsa straordinaria per l’organizzazione e la fruizione degli archivi, dall’altra, con la possibilità che offre di manipolare le fotografie in maniera sempre più sofisticata, rischia di alterarne profondamente la veridicità, sollevando una serie di questioni etiche da affrontare con urgenza.

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I fondatori di “Identità Fotografiche” si appellano a tutti coloro che operano nel settore della fotografia affinché si uniscano a questa battaglia per la salvaguardia del patrimonio fotografico italiano: “L’associazione si propone come una piattaforma per la collaborazione tra fotografi, istituzioni e appassionati di fotografia, al fine di preservare e promuovere questo importante patrimonio culturale”, dato che “la fotografia non è solo un mestiere, ma una vera e propria arte che racconta storie, trasmette emozioni e costruisce la memoria collettiva di un popolo”.

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