Il risveglio del caffè: viaggio nella storia e nella cultura della bevanda
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Il risveglio del caffè: viaggio nella storia e nella cultura della bevanda

In Italia il caffè è un rito quotidiano, ma raramente ci si interroga sulla sua origine, qualità e filosofia. La storia – reale e leggendaria – del caffè, fino alla nascita del movimento dello specialty coffee: una rivoluzione culturale che invita a gustarlo come un buon vino, con consapevolezza, etica e lentezza.

Il risveglio del caffè: viaggio nella storia e nella cultura della bevanda
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6 Giugno 2025 - 14.33 Culture


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di Manuela Ballo

Una delle credenze più diffuse tra gli italiani è che noi si sia tra i più grandi consumatori di caffè nel mondo. In parte è vero giacché in Italia si consumano circa 95 milioni di tazzine di caffè al giorno, con una media di 1,6 tazzine per abitante. Dato che ci colloca al settimo posto nel mondo per consumo complessivo di caffè.

Da questo deriva anche la peculiarità dell’uso che ne facciamo: infatti se non siamo i primi nell’importazione (Primato della Germania) lo siamo invece nella torrefazione , ovvero nella tostatura del caffè. I dati della realtà tuttavia si confondono spesso con la creatività della fantasia, specie per quanto riguarda le origini della bevanda. A svelarlo è stato Mattia Manoni in un bell’ articolo de Il foglio quotidiano e l’ ho potuto riscontrare personalmente frequentando un corso intensivo sul caffè.

Partiamo dalla storia. In realtà nessuno sa benissimo quando sia nato e quando cominciò ad essere usato come bevanda. Ecco quindi che nascono leggende fantasiose. Si narra che sia stato un pastore dell’Abissinia il quale, dopo aver fatto mangiare alcune bacche rosse alle sue capre, avrebbe riscontrato in loro un aumento di iperattività e di energia e un monaco avendo poi parlato con il pastore decise di assaggiare quelle “bacche” e si sentì subito meglio sia fisicamente sia mentalmente. 

Un’altra variante della leggenda racconta che il monaco anziché mangiarle, decise di buttarle nel fuoco e vista il piacevole e dolce aroma sprigionato pensò  bene di recuperarle per poi macinarle e infine inserirle in acqua bollente. Così fece: bevendo il risultato di quella lavorazione rimase sveglio per le sedute spirituali. Insomma, dicono che così prese forma quel prodotto che noi oggi chiamiamo caffè. 

Ci sono naturalmente altre storie sull’origine della bevanda.  Una di queste narra che sia stata usata per la prima volta  nella città di Moka e che veniva utilizzata nei luoghi di culto. La stessa poi si diffuse in Medio Oriente, raggiungendo prima l’Impero Ottomano e poi l’Europa. E’ probabilmente da questa versione che trae origine l’abitudine di noi occidentali di utilizzare il caffè solo ed esclusivamente come bevanda “eccitante”.

La tradizione del caffè in Italia risale al sedicesimo secolo proprio grazie alle prime importazioni che arrivavano all’ Impero ottomano. Inizialmente fu accolto con scetticismo, ma poi diventò lentamente un’ abitudine costante degli italiani. Proprio in Italia nasce la più antica caffetteria del mondo, il caffè Florian nel 1720 a Venezia. La prima macchina del caffè arriva nel 1884 e fu brevettata da Angelo Moriondo che andò a rivoluzionare così il modo con cui, fino ad allora, veniva preparato e consumato il caffè. Prende quindi corpo anche quell’ abitudine tutta italiana del caffè espresso. Nelle famiglie invece si usava una macchinetta domestica che man mano si trasformò in quella che noi chiamiamo Moka.

Durante la Seconda guerra mondiale il caffè scomparve a seguito dell’embargo contro l’Italia fascista venendo poi sostituito da surrogati come l’ orzo. E’ nel 1948, cioè nell’ immediato dopoguerra, che a Torino Achille Gaggia introduce una nuova estrazione a pressione dei preziosi chicchi che si rivelò importante per la produzione del caffè.
Da lì nacquero anche le tante diverse tipologie che accompagnarono gli italiani nell’ uso di questa bevanda: il caffè espresso, il cappuccino, il macchiato, il ristretto, l’ affogato, il mosca e tanti altri ancora.

Si sono ripetuti in Italia e in Europa, nel corso dell’ ultimo secolo, momenti di gloria e di crisi di questo prodotto.
Nell’ ultimo anno in particolare stiamo assistendo a causa di problemi legati ai luoghi i produzione -Brasile in testa- ad un aumento del prezzo della materia prima e conseguentemente del prezzo della tazzina.
Tuttavia la crisi porta con sé anche nuove modalità nel consumo di questa bevanda: parliamo quindi di qualità, di nuovi modi di produrlo, pensarlo e berlo probabilmente connessi ad un nuovo stile di vita che vede il caffè non più soltanto come una semplice bevanda,  ma come un’esperienza da godersi appieno, in totale serenità così come si fa con un buon calice di vino, invitando quindi a prenderci un momento per assaporare, scoprire e percepire la qualità che si cela dietro particolari lavorazioni e produzioni. 

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