Orsù bambini, scopriamo l'opera
Top

Orsù bambini, scopriamo l'opera

La Fondazione Franco Zeffirelli propone un percorso educativo per sensibilizzare bambini e adulti alla nobile arte dell'opera. Ne parliamo con Maria Alberti, coordinatrice delle attività didattiche

Orsù bambini, scopriamo l'opera
Preroll

Giuseppe Costigliola Modifica articolo

19 Dicembre 2025 - 22.40


ATF

La Fondazione Franco Zeffirelli Onlus ha annunciato la nuova iniziativa Bambini all’opera!, un percorso educativo dedicato ai più giovani e alle loro famiglie, con l’obiettivo di introdurre bimbi e ragazzi alle arti dello spettacolo e, in particolare, al mondo dell’opera lirica,  recentemente riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il progetto nasce grazie all’eccezionale patrimonio scenografico custodito nel Museo della Fondazione, che conserva bozzetti, costumi, modellini e documenti della lunga carriera del maestro Zeffirelli, dichiarati dal Ministero della cultura di “particolare interesse storico”. Bambini all’Opera! è ideato e realizzato dalla Fondazione Franco Zeffirelli in collaborazione con il Gruppo teatrale Teatrolà e con il contributo di Banco BPM. Due sono i percorsi formativi per nuove generazioni di spettatori. Il primo consta di attività per bambini dai 5 ai 12 anni e le loro famiglie; ogni appuntamento prevede una visita interattiva al Museo Zeffirelli guidata da giovani accompagnatori e operatori di Teatrolà alla scoperta di bozzetti, costumi e modellini scenografici, e inoltre un laboratorio teatrale in cui i piccoli diventano protagonisti, interpretando scene e personaggi delle opere liriche affrontate.

L’attività è gratuita per tutti i piccoli, con biglietto omaggio per un accompagnatore; eventuali accompagnatori aggiuntivi potranno accedere con biglietto ridotto. Vi è poi un percorso per studenti delle scuole superiori che coinvolge anche studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado nell’ambito della FSL (ex alternanza scuola/lavoro). I partecipanti seguiranno due visite formative presso il Museo e saranno poi coinvolti come guide junior nelle visite dei bambini e assistenti agli animatori dei laboratori teatrali. Il percorso si svolgerà sotto la supervisione della responsabile didattica della Fondazione, Maria Alberti. Gli incontri si terranno il sabato mattina, dalle 10:30 alle 12:30, per gruppi di massimo 15 bambini, le date stabilite sono il 20 dicembre 2025, il 24 gennaio 2026, il 28 febbraio 2026.

Leggi anche:  Scende giù per Toledo: la tenerezza non richiesta

Le opere liriche messe in scena durante i laboratori saranno selezionate a sorpresa tra quelle affrontate durante la visita guidata. Per partecipare alle attività o ricevere ulteriori informazioni i contatti sono l’indirizzo mail ticket@fondazionefrancozeffirelli.com o i numeri telefonici 055 2658435 e 320 1637839.

Per l’occasione abbiamo intervistato la professoressa Maria Alberti, storica del teatro, docente universitaria e consulente scientifica nonché coordinatrice delle attività didattiche della Fondazione Franco Zeffirelli. 

Com’è nata l’idea di questo progetto dedicato ai più piccoli e ai giovani?

L’idea è nata dal fatto che le opere sono come delle favole… così come in generale il teatro, i piccoli, ma anche i giovani, non le apprezzano fino a che non le conoscono e non vi si lasciano trasportare. È un linguaggio universale che parla alle emozioni e le emozioni non hanno tempo e non hanno età, l’mportante è togliere quella patina di cultura “alta” e paludata con cui sono stati rivestiti e riportarle alla loro funzione originaria: divertire emozionando.

In che modo la didattica scolastica può contribuire a infondere nella sensibilità degli studenti l’amore per il bello declinato in tutte le forme di espressione artistica?

Leggi anche:  Catartis, il film di Vicentini Orgnani che attraversa vent’anni di arte contemporanea senza spiegazioni didattiche

Facendolo conoscere e soprattutto “sperimentare” alle studentesse e agli studenti l’arte in tutte le sue declinazioni. L’importante è comunque coinvolgerli e non calare dall’alto ciò che per forza deve essere considerato bello; dar loro le informazioni necessarie a comprendere è importantissimo, ma è altrettanto importante far loro capire che non è soltanto un piacere intellettuale, ma anche un’emozione e che quindi è “per tutti”, non necessariamente solo per le persone “colte”.

Attraverso quali vie le opere del maestro Franco Zeffirelli possono essere riscoperte dalle nuove generazioni?

Ovviamente venendo a visitare la sua Fondazione, che è una sorta di grande backstage del suo lavoro! Ma, scherzi a parte, attraverso i suoi film si trasmette un’idea di bellezza che, come dicevo prima, è “per tutti” e non per pochi eletti. Tant’è che i giovani che studiando inglese hanno avuto l’opportunità di vedere alcuni film d’argomento shakespeariano, generalmente, preferiscono il suo Romeo and Juliet a quello pur bello (e più recente) con Leonardo Di Caprio.

La Fondazione con cui collabora promuove iniziative di grande valore culturale. Quali riscontri sta ottenendo e che bilancio si può cominciare a trarre?

Leggi anche:  Non ti pago! di Eduardo rivive all'Ambra Jovinelli

Zeffirelli voleva che la sua Fondazione servisse ad avvicinare le giovani generazioni al grande lavoro che sta dietro al mondo dello spettacolo. Io posso parlare del settore didattico, di cui mi occupo: ormai sono molte le classi che passano da noi ogni anno e, ogni volta, fra le studentesse e gli studenti, c’è sempre stupore e ammirazione per quello che vedono. È un luogo non solo di apprendimento, ma un luogo che “fa star bene” e in cui la bellezza viene percepita alla portata di tutti.

Native

Articoli correlati