Mentre la stampa alcuni politici di destra hanno celebrato il concerto di Beatrice Venezi al Teatro Colón di Buenos Aires come un trionfo internazionale, la realtà riportata dai media argentini appare molto diversa. Anzi, siamo alla solita mezza bufala. Anche perché il concerto c’è stato il 7 dicembre mentre solo nei giorni scorsi la stampa italiana vicina a Giorgia Meloni ha scoperto il grandissimo successo, che non c’è stato.
Secondo Clarín, la celebrazione per i 100 anni dei corpi stabili del Teatro Colón è stata segnata da tensioni accumulate. Originariamente prevista per il 25 maggio, la festa è stata spostata al 30 dicembre, e la chiusura del centenario, inizialmente affidata a Charles Dutoit e Martha Argerich, è stata infine sostituita da una gala diretta da Venezi. Un musicista dell’Orchestra Estable ha dichiarato, in forma anonima, che la scelta della direzione “non è stata all’altezza di quanto il centenario meritava”.
Tra l’altro già ad ottobre il quotidiano La Nación, che tra l’altro è una testata conservatrice, aveva rivelato che la nomina di Venezi a principale direttrice invitata dell’Orchestra Estable del Teatro Colón era avvenuta su spinta dell’Ambasciata italiana e grazie a una lettera di presentazione politica che evidenziava la sua amicizia con Giorgia Meloni e il suo ruolo di consigliere del Ministro della Cultura. Ossia una raccomandata, visto il legame che c’è tra Meloni e Milei. Ad ogni modo l’articolo de la Nacion non è mai stato smentito.
E da dove esce il trionfo inesistente e dove escono gli applausi interminabili? Contrariamente a quanto riportato dalla propaganda italiana, non c’è alcun riscontro giornalistico argentino di un “trionfo” o di applausi interminabili. Esiste solo un video pubblicato su Instagram dal Teatro Colón che raccoglie le opinioni di alcuni spettatori, i quali potrebbero non essere rappresentativi mentre gli orchestrali hanno confermato che il concerto non è stato all’altezza delle aspettative del centenario. Del resto un video autocelebrativo del Colon montato ad arte non prova un trionfo che non c’è mai stato.
