Come nel 1990: crolla la produzione industriale italiana
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Come nel 1990: crolla la produzione industriale italiana

L’indice destagionalizzato mensile mostra marcate diminuzioni congiunturali in tutti i comparti.

Produzione industriale
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11 Maggio 2020 - 10.08


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L’effetto coronavirus affonda – come previsto la produzione industriale che , secondo le stime Istat, a marzo è scesa del 28,4% rispetto a febbraio. Su base annua , corretto per gli effetti di calendario, l’indice complessivo è diminuito del 29,3%.

L’indice destagionalizzato mensile mostra marcate diminuzioni congiunturali in tutti i comparti; variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni strumentali (-39,9%), i beni intermedi (-27,3%), i beni di consumo (-27,2%) e l’energia (-10,1%).

Nella media del primo trimestre dell’anno, il livello destagionalizzato della produzione diminuisce dell’8,4% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’Istat – che parla di un “crollo” con la maggiore diminuzione mai registrata dal 1990, inizio della serie storica – segnala diminuzioni particolarmente accentuate in tutti i settori; variazioni negative si registrano per i beni strumentali (-39,0%), i beni intermedi (-28,7%), i beni di consumo (-26,2%) e l’energia (-10,5%). Tutti i principali settori di attività economica registrano variazioni tendenziali negative ma per alcuni la caduta congiunturale e tendenziale supera ampiamente il 50%.

Infatti le diminuzioni più rilevanti sono quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto (-52,6%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-51,2%), della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-40,1%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-37,0%) mentre il calo minore si registra nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-6,5%). Nel corso della fase di rilevazione l’Istat sottolinea come “vi è stata una moderata riduzione del tasso di risposta delle imprese, conseguente all’emergenza sanitaria in corso” ma “le azioni messe in atto per fare fronte a queste perturbazioni nella fase di raccolta dei dati hanno consentito di elaborare e diffondere gli indici relativi al mese di marzo 2020”.

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