Il retroscena: i servizi segreti interni di Mosca dissero a Putin che serviva più tempo per l'invasione
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Il retroscena: i servizi segreti interni di Mosca dissero a Putin che serviva più tempo per l'invasione

Il direttore dell'Svr) Sergei Naryshkin aveva avvertito, senza successo, Putin prima dell'inizio dell'invasione dell'Ucraina precisando che sarebbe stato necessario altro tempo per prepararla.

Il retroscena: i servizi segreti interni di Mosca dissero a Putin che serviva più tempo per l'invasione
Putin e Sergei Naryshkin
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29 Marzo 2023 - 16.33


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Fallimento dei servizi segreti? Dipende da quali: alcuni avevano fatto credere a Putin che dopo l’invasione Zelensky sarebbe stato rovesciato e al suo posto sarebbe arrivato un governo fantoccio filo-russo tra gli applausi della popolazione. Ma poi le cose sono andate in senso opposto.

Ma altri servizi segreti dissero il contrario: il direttore dell’Svr (Servizio di intelligence internazionale) Sergei Naryshkin aveva avvertito, senza successo, Putin prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina precisando che sarebbe stato necessario altro tempo per prepararla.

Lo afferma ha il Royal United Services Institute (Rusi) britannico in un rapporto di 39 pagine sulle azioni dei servizi russi preliminari alla guerra e durante il conflitto.

L’Svr aveva iniziato a preparare l’invasione già dal giugno del 2021. E ha avuto un successo maggiore che non i militari. Come anche l’Fsb (Servizio di sicurezza federale) che è riuscito a dominare la popolazione dei territori occupati, scaricando gli hard disk dei computer degli uffici del governo, identificando le persone fedeli allo Stato ucraino che sarebbero state poi arrestate e interrogate. L’errore dei servizi di anticipare una accoglienza a braccia aperte per le forze di Mosca ha in realtà messo in secondo piano il successo del loro operato, si sottolinea.

«E’ evidente che i servizi speciali russi sono riusciti a reclutare un’ampia rete di agenti in Ucraina prima dell’invasione e che gran parte di questo apparato di sostegno è rimasto a disposizione dopo l’invasione, fornendo un flusso costante di intelligence alle forze russe», si legge nel rapporto.

L’Fsb aveva formato gruppi operativi provvisori con l’obiettivo di città come Melitopol. E mano a mano che le forze avanzavano, l’Fsb sequestrava le memorie dei computer che consentiva all’intelligence di compilare liste degli ucraini da arrestare a scopo intimidatorio, per spingere la popolazione a non opporre resistenza. Almeno 800 funzionari ucraini sono stati cooptati per lavorare per l’Fsb, alcuni costretti altri no. Per i servizi russi, è necessario cooptare solo l’8 per cento della popolazione per poter controllare il territorio. Per il Rusi la strategia dell’Fsb ha funzionato.

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