Addio ad Augusto Martelli, fu musicista e compagno di Mina
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Addio ad Augusto Martelli, fu musicista e compagno di Mina

Il musicista fu tra l'altro collaboratore e compagno di Mina, ma sulla sua vita pesò il fardello di un'odiosa condanna. [Piero Montanari]

Addio ad Augusto Martelli, fu musicista e compagno di Mina
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Piero Montanari Modifica articolo

3 Novembre 2014 - 16.26


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di Piero Montanari

Apprendo della morte di Augusto Martelli da un caro amico che ha pubblicato la notizia sulla sua pagina di facebook. L’amico è Cristiano Minellono, autore di testi di tante canzoni popolarissime, alcune scritte proprio insieme a lui che di queste ne era il compositore.

La fama di Martelli risale ad alcuni decenni fa, quando iniziò prima una collaborazione e poi una relazione amorosa con Mina, dopo che lei si separò da Corrado Pani e dopo il loro incontro alla Ri-Fi Records, la casa discografica per la quale lavorava e che vedeva la cantante di Cremona artista nella sua scuderia.

Il successo vero Martelli lo raggiunse per aver composto le musiche di un film erotico girato nel 1970 da Piero Vivarelli, con la allora giovanissima e seducente Nadia Cassini, Il dio serpente, il cui tema principale, Djamballà, scalò addirittura le classifiche italiane ed europee.

Nella prima metà degli anni settanta, Augusto Martelli iniziò una strettissima collaborazione con la nascente Mediaset per i cui programmi compose molte sigle diventate poi famose: Grand Prix, Ok il prezzo è giusto, Il pranzo è servito e Casa Vianello, che rimane per almeno vent’anni la colonna sonora dei due grandi attori, col suo divertente e brioso tema esposto dal pianoforte.

Di Martelli, autore anche dell’inno ufficiale del Milan, si ricordano collaborazioni con molti importanti artisti degli ultimi decenni: Iva Zanicchi, Ornella Vanoni, Gaber, Dorelli e canzoni per bambini scritte per lo Zecchino d’oro.

Un ombra tragica calò nella sua vita quando, nel 2001, subì una perquisizione per un’indagina partita dalla Procura della Repubblica in merito alla detenzione di materiale pedopornografico, che fu poi effettivamente rinvenuto nel suo computer. Martelli si difese dicendo che aveva raccolto quel materiale per farne un’inchiesta contro lo sfruttamento della prostituzione e contro la pedofilia. Ma non fu creduto, e fu condannato ad un anno e sei mesi di reclusione con pena sospesa, condanna che fu poi ribadita dalla Cassazione in via definitiva.

Lo scossone anche mediatico di questa brutta storia, segnò definitivamente la fine della carriera del bravo musicista, sul cui capo pesò per tutto il resto della sua vita questo insostenibile e odioso fardello.

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