Spesso fortunatamente arriva puntuale la vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera a consolarci per la possibile migliore comprensione del significato e della portata di un avvenimento. Anche di un evento importante e complesso come quello riguardante il PNRR. La vignetta coglie il Presidente Mattarella che insegue con il ventaglio in mano – dono tradizionale dei giornalisti parlamentari – il ministro Fitto che fugge con in mano le scartoffie con le modifiche apportate al PNRR.
In effetti, pur non sottovalutando l’importanza del risultato raggiunto tra Italia e UE, non sarebbe onesto sottacere il non piccolo buco prodotto dalla scelta di non poter utilizzare gli investimenti previsti per la gravissima questione ecologico-climatica. Del resto, la protesta e il disagio dei sindaci e dei governatori ne è stata conferma anche se in gran parte sottaciuta e certo non sufficientemente garantita da una generica dichiarazione: “si provvederà con altri fondi”. Al solito una promessa ed una speranza che non offrono alcuna vera risposta o almeno rassicurazione da parte del Governo.
L’Ironia e la libertà di stampa di Giannelli ci aiutano a comprendere e cogliere l’insostituibile funzione che queste hanno per la vita democratica e la consapevolezza dei cittadini. Atteggiamento che spesso non troviamo come impegno adeguato da parte dei nostri telegiornali, aggravato dalla invasione indiscriminata dei social network. Problema grave che viviamo quotidianamente, a tutte le ore, nella società italiana. Non soltanto perché caratterizza anche la condizione della comunicazione in tutta Europa e, in modo drammatico, nei paesi autoritari a cominciare dalla Cina e dalla Russia di Putin. Riguarda in sostanza il punto più delicato del futuro della stessa democrazia alle prese con una progressiva caduta della partecipazione al voto e all’impegno nel sociale.
Certo c’è al fondo anche un serio problema di cultura e di formazione che, con buona pace del nuovo Ministro, sembra essere avvertito solo in termini organizzativi e orientati alla formazione tecnologica e informatica e alla accentuata esasperazione del tema degli sbocchi professionali. Tuttavia, proprio per i problemi di fondo sopra accennati dell’informazione e della cultura, il campo della formazione storico critica e della riflessione e crescita personale restano il terreno decisivo sul quale investire.
Anche dal punto di visto della crisi della politica, non c’è realistica possibilità di affrontarla adeguatamente, abbandonando la strada della formazione, della riflessione, del dialogo e della crescita comunitaria. Tutti aspetti che non si esauriscono in ogni caso, nella esasperata rincorsa e sollecitazione a partecipare a superficiali concorsi canori, poetici, letterari e quant’altro. Anche in questo la responsabilità della televisione pubblica resta enorme, soprattutto nell’esprimere con originalità il suo ruolo senza farsi condizionare da modelli e spinte consumistiche che l’assalgono da ogni parte. A cominciare dall’invasione pubblicitaria che andrebbe quantomeno ridotta e ricondotta a regole e criteri non esclusivamente commerciali.