No Tav, quando una foto racconta la storia
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No Tav, quando una foto racconta la storia

Nell'immagine Nina, indifesa è portata via e arrestata da due agenti. Ora è stata assolta. Otto mesi a Marianna, 20 anni, un militare l'ha vista lanciare un sasso.

No Tav, quando una foto racconta la storia
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12 Luglio 2012 - 20.16


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Elena Garberi, detta Nina, infermiera e volontaria del 118, era stata arrestata durante una manifestazione in Val Susa all’inizio di settembre, precisamente il 9. Con lei, in quella stessa manifestazione era stata arrestata Marianna Valenti, 20 anni, studentessa in medicina al primo anno. Ambedue incensurate erano state portate in carcere. E rinchiuse sono state fino al 21 settembre. Hanno poi scontato lunghe misure cautelari restrittive fino a fine ottobre e a Nina è stato vietato l’ingresso a Chiomonte, dove ha la casa e tre figli.

Dopo un processo che ha evidenziato un impianto accusatorio fragile, il tribunale di Torino ha assolto Nina e ha condannato Marianna a 8 mesi perché vista tirare un sasso da un esponente delle forze dell’ordine. Certo la procura di Torino non esce bene da questa vicenda. Tenere due ragazze incensurate in galera per arrivare a un’assoluzione e una condanna che non tiene proprio non fa fare bella figura.

Nina era stata bloccata mentre curava un ferito, indifesa. Nello zainetto, come rivelarono gli inquirenti, aveva “del Maalox, dei guanti da lavoro e una maschera anti-gas”. Strumenti di difesa contro i lacrimogeni CS, altamente tossici, che per mesi le forze dell’ordine hanno utilizzato. Vietati, ma utilizzati. E i militari avevano sparato lacrimogeni altezza uomo e pestato i manifestanti, senza alcuna conseguenza penale. E la foto che vede Nina portata via racconta tutta la storia. Non serve neanche aggiungere molto.

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In appello Marianna sarà assolta. E il teorema delle cattive ragazze cadrà come è giusto che sia. E la Tav? Se i francesi ripenseranno al progetto a che serviranno le distruzioni in Val Susa? Leggendo i dati di Ivan Cicconi, la Tav costerà alla collettività 20 miliardi. Venti miliardi di euro, la cifra di una delle tante manovre del nostro paese con l’acqua alla gola, in cui si taglia la scuola, l’istruzione, la spesa sociale. M.Vi

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