Silvio, il cameriere e la statuetta di Priapo
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Silvio, il cameriere e la statuetta di Priapo

«Quella statuetta l'ho regalata io al presidente, lui non c'entra». In aula per il Ruby 2 svelato il mistero dell'oggetto che animava le cene eleganti di Arcore.

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25 Gennaio 2013 - 18.07


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Si chiama Lorenzo Brunamonti, fa il cameriere ad Arcore e, chiamato a deporre come testimone al processo «Ruby 2», ha rivelato: «Quella piccola statua l’ho regalata io al Presidente, l’ho messa io sul tavolo, è stato poco educato da parte mia, un’idea goliardica e stupida, visto poi tutto il parlare che se ne è fatto». Il ragazzo si è così assunto la responsabilità di aver portato a tavola, durante una cena, l’ormai famosa statuetta di Priapo e di avere, in sostanza, causato problemi a Silvio Berlusconi, «per tutto quello che si è creato attorno a una goliardata».

Nel dibattimento il cameriere, che è stato chiamato dalla difesa di Nicole Minetti, rispondendo alle domande del pm Antonio Sangermano e del giudice Annamaria Gatto ha spiegato, così come aveva fatto nel processo «Ruby 1» all’ex premier, che quella statuetta l’aveva comprata lui nell’estate del 2010 in Angola. «L’ho presa – ha chiarito – perché era una metafora del bunga-bunga, la barzelletta sulla tribù africana, poi se ne è parlato tanto come oggetto sessuale, ma io l’ho presa come regalo scherzoso».

Diversa la versione delle due giovani miss piemontesi Ambra Battilana e Chiara Danese, sentite in aula e parti civili nel processo. Hanno ribadito, come già testimoniato in precedenza, che la sera del 22 agosto 2010 la statuetta venne fatta girare tra le ragazze a tavola e alcune di esse avrebbero anche simulato rapporti orali. Il cameriere Brunamonti ha precisato, invece, di non aver mai visto alcuna scena di questo genere. In precedenza anche Danilo Mariani, il pianista-cantante che più volte allietò le serate ad Arcore, aveva dato la stessa versione: «Era una bischerata, nessuna ha mai mimato un gesto di natura sessuale».

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