Condannato all'ergastolo Leonardo Cazzaniga, il 'medico killer' che uccise 12 pazienti in corsia
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Condannato all'ergastolo Leonardo Cazzaniga, il 'medico killer' che uccise 12 pazienti in corsia

Nel 2016, l'ex medico era stato arrestato con l'accusa di aver ucciso 12 pazienti in corsia e di altre 3 persone, parenti dell'ex amante, l'infermiera Laura Taroni.

Leonardo Cazzaniga
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27 Gennaio 2020 - 17.27


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L’ex viceprimario del pronto soccorso di Saronno (Varese), leonardo Cazzaniga, è stato condannato all’ergastolo per 15 omicidi: lo ha deciso la Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio. Nel 2016, l’ex medico era stato arrestato con l’accusa di aver ucciso 12 pazienti in corsia e di altre 3 persone, parenti dell’ex amante, un’infermiera di nome Laura Taroni. Il processo a carico di Cazzaniga si è concluso con la condanna all’ergastolo con 3 anni di isolamento diurno.
Cazzaniga è stato, inoltre, condannato alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’interdizione per 5 anni dalla professione medica.
Condannato a 2 anni e 6 mesi il primario del pronto soccorso Nicola Scoppetta, 2 anni e 6 mesi per il direttore dei presidi Paolo Valentini, per il direttore sanitario dell’azienda sanitaria Roberto Cosentina e per il medico legale Maria Luisa Pennuto. È stato assolto invece l’oncologo Giuseppe Di Lucca. 
“Ringrazio i miei due angeli custodi, i miei arcangeli guerrieri, per aver intrapreso un percorso titanico” ha detto Cazzaniga parlando dei suoi avvocati, “per aver elaborato un’immensa quantità di dati con straordinaria arguzia, intelligenza, certosina pazienza. Hanno creduto in me autenticamente, nella verità del mio agito. Il mio vivere, in toto, non è stato improntato al somministrare, indurre la morte, bensì il tentativo umanamente imperfetto di curare. Quando non ho più potuto far risplendere la vita mi sono attestato nel compito gravoso di intraprendere un cammino di vicinanza al morire, nel tentativo di rendere dignitosa la morte”. La tesi difensiva di Cazzaniga era infatti che il medico, colmando una lacuna dell’ospedale, praticava in situazione di emergenza medicina palliativa tentando con la somministrazione di farmaci di lenire le sofferenze dei pazienti. Ma non c’era alcuna intenzione omicida. Il legale di Cazzaniga ha annunciato il ricorso in appello.

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