Sciopero dei braccianti, Soumahoro: "La politica del cinismo fa marcire i nostri diritti"
Top

Sciopero dei braccianti, Soumahoro: "La politica del cinismo fa marcire i nostri diritti"

L'attivista e sindacalista di Usb lancia un appello per un'assemblea nazionale di tutti i lavoratori della terra, che annuncia per luglio a Foggia

Sciopero dei braccianti
Sciopero dei braccianti
Preroll

globalist Modifica articolo

21 Maggio 2020 - 15.42


ATF

Dallo sciopero dei braccianti a Foggia, il sindacalista Aboubakar Soumahoro ha lanciato un appello per “un’assemblea nazionale di tutti i lavoratori della terra che si terrà a luglio qui, nel foggiano che è stata terra di braccianti ed è terra di lavoratori agricoli”. 
Attorno a lui altri giovani stranieri, mascherine sul volto e carciofi e altri ortaggi tra le mani gli stessi che raccolgono “senza avere diritti”.
“Abbiamo deciso di scioperare per sfidare la politica del cinismo, i ricatti, i soprusi e per dimostrare che a marcire sono i diritti dei lavoratori”, ha continuato dinanzi alla prefettura foggiana.
“Nelle campagne non mancano le braccia – ha precisato – questa manifestazione è la dimostrazione che a mancare sono i diritti”. Poi, alcune considerazioni sulla sanatoria approvata dal governo: “È grave aver riservato la regolarizzazioni solo a chi si spacca la schiena nella campagne senza preoccuparsi della salute, senza preoccuparsi dei lavoratori che lavorano 24 giorni al mese ma il datore gliene dichiara 3 o 5 solo per non pagare i contributi e impedendo loro di avere la disoccupazione agricola” ha spiegato Soumahoro. “Abbiamo visto nei giorni scorsi le lacrime di un ministro ma nessuno di loro ha messo gli stivali ed è venuto a Borgo Mezzanone, a Sibari, a Torretta Antonacci, a Gioia Tauro”. Per il sindacalista è ingiusto tanto “non aver previsto la regolarizzazione dei rider, degli ambulanti e dei tanti invisibili che lavorano nelle cucine dei ristoranti” quanto aver stabilito la regolarizzazione “per chi ha il permesso di soggiorno scaduto il 31 ottobre 2019. E quelli a cui è scaduto il 30 ottobre che succede?”.
Per l’attivista, all’Esecutivo manca il coraggio di abolire “i decreti sicurezza che generano insicurezza e la legge Bossi – Fini che rappresenta il dramma per i lavoratori”. “Se il governo non darà risposte – promette in conclusione Soumahoro – la stagione di raccolta sarà caratterizzata da altri scioperi”.

Native

Articoli correlati