Il maresciallo Orlando non risponde al Gip ma si giustifica coi giornalisti: "Mai ricevuta una sanzione"
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Il maresciallo Orlando non risponde al Gip ma si giustifica coi giornalisti: "Mai ricevuta una sanzione"

Secondo le accuse, nella caserma avvenivano arresti pilotati per sottrarre droga agli spacciatori e poi rivenderla, minacce, lesioni e anche torture nei confronti degli arrestati

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27 Luglio 2020 - 11.59


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Il maresciallo Marco Orlando, comandante della stazione Levante di Piacenza al centro di un presunto “sistema criminale”, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip. “In 30 anni no ho mai avuto una sanzione disciplinare, come pensate si possa stare?”, ha detto ai giornalisti all’uscita dal tribunale. A Piacenza sono in corso una serie di interrogatori.

Il maresciallo, agli arresti domiciliari, è accusato di falso, arresto e perquisizione illegale, abuso d’ufficio, tutti reati commessi in concorso con gli altri carabinieri. Ma Orlando dovrà anche difendersi da quanto affermato da Montella e dagli altri carabinieri durante gli interrogati di garanzia. Secondo la loro versione, infatti, Orlando sarebbe stato a conoscenza delle modalità con cui avvenivano gli arresti ed era sempre informato di quello che avveniva nella caserma.

La compagna di Montella: “Estranea allo spaccio” Maria Luisa Cattaneo “è molto provata e non si è pertanto sottoposta all’interrogatorio”. Lo ha riferito l’avvocato Daniele Pezza, difensore della compagna dell’appuntato Giuseppe Montella. La donna, ai domiciliari, ritenuta complice in alcuni reati del militare, “ha tuttavia reso  spontanee dichiarazioni con le quali ha chiarito i propri rapporti con il signor Montella e si è dichiarata estranea ad ogni attività di spaccio”.

 

Sopralluogo del procuratore alla caserma Levante Un sopralluogo nella caserma Levante è stata fatta dal procuratore Grazia Pradella.  La stazione è stata posta sotto sequestro e nei giorni scorsi la guardia di finanza ha cominciato ad analizzate ordini di servizio, verbali e documenti relativi agli arresti effettuati dai militari per individuare ulteriori episodi illeciti e anche per ricostruire le eventuali responsabilità nella catena di comando.

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