Le violenze del manager Di Fazio duravano da anni: si indaga su una rete di complici
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Le violenze del manager Di Fazio duravano da anni: si indaga su una rete di complici

Di Fazio viene definito dagli inquirenti un “soggetto molto pericoloso” e le indagini ora stanno puntando ad accertare se attorno a lui ci fosse una “rete” di altre persone “pericolose” e complici negli abusi

Antonio Di Fazio
Antonio Di Fazio
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25 Maggio 2021 - 07.51


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Già più di una decina di giovani avrebbero contattato gli investigatori e dalle analisi del suo ‘archivio fotografico’ è emerso che presunti abusi risalirebbero a diversi anni addietro.
Oggi tre ragazze hanno confermato, sentite per 8 ore, il “modus operandi” di Di Fazio che passava attraverso offerte di lavoro. Avrebbero anche detto di aver avuto “paura” a denunciare perché anche “minacciate”. 
Si indaga su una presunta “rete” di complici, che potrebbero averlo aiutato anche a contattare le ragazze, nel caso di Antonio Di Fazio, l’imprenditore arrestato nei giorni scorsi a Milano per aver narcotizzato e violentato una studentessa 21enne.
Di Fazio viene definito dagli inquirenti un “soggetto molto pericoloso” e le indagini ora stanno puntando ad accertare se attorno a lui ci fosse una “rete” di altre persone “pericolose” e complici negli abusi.
L’imprenditore, infatti, oltre ad avvalersi di amici e collaboratori, anche per arrivare a contattare le ragazze, tutte studentesse dalla vita ‘ordinaria’ e solo alla ricerca di un lavoro, intratteneva rapporti con ‘personaggi ambigui’ e millantava, poi, contatti pure con ambienti della criminalità organizzata.
Per ora, sono arrivate almeno una decina di chiamate da parte di altrettante ragazze agli investigatori, che andranno comunque verificate.
Alcune di loro si sono dette spaventate e hanno spiegato di aver paura di mettere la loro versione a verbale.
Tutti racconti, comunque, che poi andranno vagliati con la ricerca di riscontri. Tuttavia, nei dispositivi informatici del manager sono state trovate già una sessantina di immagini che riguardano molte giovani, ma il lavoro di recupero sta portando mano a mano ad individuarne diverse altre.
Le tre ragazze sentite ieri dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo hanno messo a verbale lo stesso modo di agire da parte del manager: l’offerta di lavoro, l’invito a casa, l’avvelenamento con dosi impressionanti di benzodiazepine, gli abusi e le fotografie.
Anche in questi racconti, a quanto si è saputo, è venuto a galla il timore che avevano di denunciare quell’imprenditore, che girava con una pistola (in realtà era finta) e che parlava di criminali a cui avrebbe potuto rivolgersi. I verbali di ieri, invece, saranno seguiti a breve dalle denunce delle giovani.

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