Da una visita in carcere, idee per una società più equa
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Da una visita in carcere, idee per una società più equa

Recarsi in un carcere non è mai un'esperienza trascurabile: dai corridoi che affacciano su celle affollate alle brevi conversazioni con i detenuti, tutto resta impresso e fa riflettere. C'è qualcosa però...

Da una visita in carcere, idee per una società più equa
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Valentina Mercanti Modifica articolo

14 Novembre 2022 - 21.47


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Come Vicepresidente e membro della Prima Commissione del Consiglio regionale della Toscana, lo scorso 11 novembre ho partecipato a una visita alla Casa di Reclusione di Massa e all’Istituto Penitenziario Minorile di Pontremoli, due delle strutture più virtuose del nostro territorio.


Recarsi in un carcere non è mai un’esperienza trascurabile: dai corridoi che affacciano su celle affollate alle brevi conversazioni con i detenuti, tutto resta impresso e fa riflettere. C’è qualcosa però che stavolta mi ha colpito persino più nel profondo, un’immagine che non posso digerire.


Ripenso a quella giovanissima ragazza sdraiata nel lettone della sua stanza a badare al suo bambino di soli due mesi, a quelle manine tese verso la mamma che sbucavano dalle coperte. Difficile soffermare lo sguardo e trovare parole per esprimere la rabbia: non c’è nulla di più crudele e inutile che punire un innocente, segnare la vita a una persona che è appena venuta al mondo.


Ma oltre a ripetere che nessun bimbo dovrebbe mai crescere in carcere, anche stavolta ho osservato che molti di coloro che sono dentro per ciò che hanno commesso provengono da famiglie disagiate e sono terrorizzati dal nulla che li attende fuori.


Il tema dell’ascensore sociale, che parla all’essenza della democrazia eppure da tempo manca nell’agenda politica, deve tornare ad avere massima priorità. Non si tratta soltanto di sensibilità, ma di lavorare affinché tutti abbiano accesso alle stesse opportunità nonostante radici e condizioni molto diverse; perché non nasciamo tutti “liberi e uguali” ma è compito dello Stato e della politica colmare quelle disparità prendendo per mano chi ha bisogno.


L’obiettivo non conosce logiche di partito: smettere di trattare le carceri come discariche sociali e dare finalmente corpo a una società in cui tutti possano scrivere il proprio futuro secondo merito e nel pieno rispetto della legalità.

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