Lasciò il sacerdozio per amore, ora si candida a sindaco: "La macchina del fango si è già messa in moto..."
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Lasciò il sacerdozio per amore, ora si candida a sindaco: "La macchina del fango si è già messa in moto..."

Don Antonio Romano, lascia il sacerdozio per amore e si candida a sindaco: «Sovranista, ma non nazionalista; liberale, ma non liberista; mondialista, ma non globalista».

Lasciò il sacerdozio per amore, ora si candida a sindaco: "La macchina del fango si è già messa in moto..."
Don Antonio Romano
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15 Febbraio 2024 - 14.57


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Continua a suscitare scalpore e dubbi la storia di Don Antonio Romano, il 54enne ex parroco di Chiusano San Domenico in provincia di Avellino. L’uomo, dopo aver annunciato sui social di lasciare il sacerdozio perché innamorato di una donna, ora ha annunciato che si candiderà come sindaco alle prossime amministrative dell’8 e 9 giugno che in Irpinia, compreso Chiusano San Domenico, interesserà 41 comuni. 

Dopo aver precisato di essersi auto sospeso dall’amministrazione dei sacramenti e in attesa di essere ridotto allo stato laicale, l’ex sacerdote si appresta a sfidare il sindaco uscente di Forza Italia, Carmine De Angelis. «Una sfida impari», per sua stessa ammissione, nella quale si muoverà ispirato «dagli ideali di giustizia, onestà, libertà».

Romano consegna anche il suo profilo politico ai meno di 2.300 abitanti di Chiusano San Domenico: «Sovranista, ma non nazionalista; liberale, ma non liberista; mondialista, ma non globalista». In una parola, «una voce fuori dal coro del politicamente corretto e del pensiero unico, che si sente in parte progressista, ma anche un po’ conservatore». 

Ai giornalisti che gli chiedono se, come annunciato, sposerà la donna di cui, ricambiato, è innamorato prima o dopo le elezioni di giugno, l’ex parroco non dà date precise, ma denuncia: «la macchina del fango che si è già messa in moto contro di me». Poi l’invito ai giornalisti a «diffondere e difendere la verità: se l’Italia – conclude – è in questa situazione disastrosa, è anche dovuto al servilismo di alcuni di loro».  

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