Strage di Erba, il legale di Olindo e Rosa: "Furono indotti a confessare dagli inquirenti". Ecco come andarono i fatti
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Strage di Erba, il legale di Olindo e Rosa: "Furono indotti a confessare dagli inquirenti". Ecco come andarono i fatti

Strage di Erba, l'avvocato Fabio Schembri: "Olindo per salvare Rosa e Rosa per salvare Olindo. Noi esseri normali sappiamo che in cinque minuti non si condanna all'ergastolo ma nessuno a loro lo ha spiegato".

Strage di Erba, il legale di Olindo e Rosa: "Furono indotti a confessare dagli inquirenti". Ecco come andarono i fatti
Olindo Romano e Rosa Bazzi condannati per la strage di Erba
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16 Aprile 2024 - 15.45


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Secondo l’avvocato Fabio Schembri, che cura gli interessi di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i due «subirono delle pressioni per confessare, contrariamente a quanto detto dal procuratore generale». Il legale è intervenuto durante l’udienza al tribunale di Brescia per ottenere la revisione del processo che ha visto la coppia essere condannata in via definitiva all’ergastolo per la strage di Erba.

«I coniugi intercettati in auto dopo i fatti si mostrano tranquilli, di fatto sperano che Frigerio si riprenda. Rosa Bazzi ha quello che una volta veniva definito un ritardo mentale. Le sentenze hanno invece ritenuto Olindo e Rosa intelligenti, capaci, astuti. Sarebbero stati capaci di mettere in piedi un alibi assai complesso, capaci di evitare di essere intercettati dalla scientifica. Erano a conoscenza delle tecniche del luminol. Sarebbero stati capaci di fingere, di commettere 243 errori, confessando, per tenersi una porta aperta e poi ritrattare e avrebbero simulato la loro innocenza fino a un minuto prima della confessione». E qui il legale insinua il dubbio che i coniugi abbiamo subito delle pressioni da parte degli investigatori di Como. 

«A questo punto dovrebbero essere valutati sulla base delle prove nuove. Dice il pg che non è vero che ci furono pressioni. Ma le pressioni ci sono state e anche chi li ha condannati le ha certificate». Ecco dunque la ricostruzione del difensore. «Intercettati in carcere l’8 gennaio 2007, Olindo e Rosa si dichiarano innocenti. Vengono messi a disposizione del gip. Rispondono a tutto: sulle liti con Raffaella Castagna e su tutto il resto. La mattina del 10 due carabinieri, Finocchiaro e Castelletti, entrano in carcere. Vedono per primo Olindo Romano. Siccome Olindo sosteneva che sua moglie non c’entrava nulla, Finocchiaro gli dice: `Se tu dici cosi´ vuol dire che tu qualcosa sai, hai visto. Parla con il pm e, se lei non ha fatto niente, se ne va a casa’. Così Olindo chiama i magistrati e a loro dirà che vuole vedere Rosa che non vede da due giorni. Qui avviene questa conversazione che precede la confessione. I pm gli dicono: `Basta, sua moglie viene trasferita di carcere e lei non la vedrà mai più”. Subito dopo a Olindo verrà fatta vedere Rosa. E lui, intercettato, dice alla moglie: ´Il maresciallo mi ha spiegato che qui dentro si può perfino lavorare’. Insomma – commenta Schembri -. Olindo sta costruendo il suo futuro, come se fosse un viaggio alle Maldive. E Rosa gli risponde: ma se non siamo stati noi che cosa confessi?». 

«Olindo crede che se lui confessa lei se ne andrà a casa – continua Schembri -. Lui crede che sia il minore dei mali. Rosa non distingue la destra dalla sinistra, non sa né scrivere né leggere, non sa come funziona il luminol. Quello di Olindo è un atto di generosità. Entrambi in sostanza compiono un atto generoso: Olindo per salvare Rosa e Rosa per salvare Olindo. Noi esseri normali sappiamo che in cinque minuti non si condanna all’ergastolo ma nessuno a loro lo ha spiegato».

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