Amanda Knox condannata a tre anni per aver calunniato Patrick Lumumba: "Sono amareggiata"
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Amanda Knox condannata a tre anni per aver calunniato Patrick Lumumba: "Sono amareggiata"

Amanda Knox: "Ero esausta, confusa, costretta a sottomettermi. Mi sono appartata per ricostruire la mia sanità mentale. Ma loro erano troppo occupati ad arrestare un uomo innocente e a dire davanti alle telecamere che il caso era chiuso".

Amanda Knox condannata a tre anni per aver calunniato Patrick Lumumba: "Sono amareggiata"
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5 Giugno 2024 - 13.19


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La Corte d’assise d’appello di Firenze ha condannato a 3 anni Amanda Knox per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, nell’ambito della vicenda giudiziaria per l’omicidio di Meredith Kercher. La Knox ha già scontato i 3 anni. I suoi avvocati, Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati: «Amanda è molto amareggiata, pensava di mettere un punto dopo tutti questi anni. Leggeremo le motivazioni e poi impugneremo la sentenza in Cassazione».

Soddisfazione dal legale di Lumumba: «Decisione in linea ai precedenti giudicati. Confermata nostra aspettativa, Amanda lo ha calunniato. Patrick soddisfatto». Prima della lettura della sentenza, Amanda Knox aveva rilasciato alcune dichiarazioni spontanee alla corte.

«Non potevo essere il testimone che volevano contro Patrick. Non sapevo chi fosse l’assassino (di Meredith Kercher – ndr). Ero esausta, confusa, costretta a sottomettermi. Mi sono appartata per ricostruire la mia sanità mentale. Ma loro erano troppo occupati ad arrestare un uomo innocente e a dire davanti alle telecamere che il caso era chiuso. Ho chiesto un foglio di carta e ho scritto quel documento. L’obiettivo era ritrattare. Non stavo mentendo ma volevo capire se le immagini confuse che avevo in testa fossero vere».

Knox ha definito la notte precedente all’arresto «la peggiore della mia vita. Pochi giorni prima avevamo scoperto in casa la mia amica vittima di un orrendo delitto. Ero sotto choc, esausta, senza casa e lontano dalla mia famiglia. Non ero mai stata così vulnerabile».

Nella dichiarazione spontanea si è soffermata sulle ore in questura. «Mi hanno dato della bugiarda e si sono rifiutati di credermi. Mi hanno detto che c’erano prove che mi collegavano al delitto. Ho cercato di ricordare quello che non riuscivo a ricordare».  

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