Litigio tra la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e Matteo Salvini sulle “barriere in plexiglas” da installare sui banchi. La diatriba ha riguardato anche la corretta grafia della parola: con una o due “s”? La ministra sostiene che siano due. Il leader leghista, invece, opta per una sola e riceve “l’approvazione” della Treccani.
L’enciclopedia Treccani riporta che ”‘Plexiglas’ (con una sola ‘s’) è il nome commerciale di una resina termoindurente infrangibile, trasparente, più leggera del vetro, in luogo del quale viene adoperata per molti usi: se ne fanno oggetti di fantasia, bacchette, lastre, tubi ecc., e parti di aeromobili”.
Mentre sui siti di aziende del settore, si sottolinea che ‘plexiglass’ e ‘plexiglas’ sono due nomi commerciali della medesima materia plastica: il polimetalcrilato. La differenza è legata al fatto che Plexiglass è un marchio commerciale registrato di proprietà di un’azienda privata. Come è avvenuto per altri prodotti, il brand è diventato di utilizzo comune per definire il materiale.
Condividendo il video di una mamma, il leader della Lega aveva scritto su Twitter: “Le follie del governo sul decreto Scuola: lo sfogo di una mamma, e come lei tante famiglie in tutta Italia che chiedono sorrisi e speranza per i loro figli, non il plexiglas. Non è questo il futuro da dare agli studenti. #AzzolinaBocciata”.
“Non hai letto il decreto (non è una novità), fai propaganda sulla sicurezza (non ci sarà nessuna gabbia di plexiglass). E non sai neanche come si scrive `plexiglass´. Essere bocciata da te è una promozione. Basta fake news, con la salute dei bambini non si scherza”, aveva replicato l’Azzolina.