Rave, gli emendamenti di Forza Italia: "Pene più leggere e numero dei partecipanti alzato a 100"
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Rave, gli emendamenti di Forza Italia: "Pene più leggere e numero dei partecipanti alzato a 100"

Per Fi la norma deve interessare l'invasione per raduni commessa da un numero di persone `superiore a 100´ aumentando quindi il numero '50' attualmente previsto dal provvedimento. Si chiede anche di ridurre la pena per chi li `organizza e promuove´.

Rave, gli emendamenti di Forza Italia: "Pene più leggere e numero dei partecipanti alzato a 100"
Il rave party di Modena.
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28 Novembre 2022 - 15.02


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Governo Meloni, arrivano gli emendamenti di Fi al decreto anti rave, all’esame della Commissione Giustizia del Senato, nella direzione di circoscrivere meglio la fattispecie di reato e ridurre la pena. Il capogruppo Fi in Commissione Giustizia a Palazzo Madama Pierantonio Zanettin ha presentato alcuni emendamenti. Le proposte di modifica dell’articolo 5 su `Norme in materia di occupazioni abusive e organizzazione di raduni illegali´ che inserisce le norme anti rave nel codice penale punendo l’invasione di terreni ed edifici per `raduni´, puntano a chiarire meglio la fattispecie: si chiede infatti di aggiungere dopo la parola `raduni´ i termini `musicali´ e `con spaccio di sostanze stupefacenti´.

Per Fi la norma deve interessare l’invasione per raduni commessa da un numero di persone `superiore a 100´ aumentando quindi il numero ’50’ attualmente previsto dal provvedimento. Si chiede anche di ridurre la pena per chi li `organizza e promuove´ portandola ‘da tre a sei anni’, attualmente previsti, a `da due a quattro anni´ di reclusione. Per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita e un emendamento di Zanettin (Fi) chiede di precisare la diminuzione mettendo nero su bianco la pena `da uno a tre anni´.

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Riguardo poi alla multa da `1000 a 10mila´ euro per chi organizza o promuove i raduni al centro della norma, un emendamento del capogruppo Fi chiede sia precisato anche che «i proventi della sanzione sono attribuiti, in misura pari al 50 per cento ciascuno allo Stato e al Comune sul cui territorio si è accertata la violazione, anche al fine di far fronte alle spese di ripristino dei luoghi».

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