Mattarella: "Il Mediterraneo è il nostro banco di prova, serve un Rinascimento europeo"
Top

Mattarella: "Il Mediterraneo è il nostro banco di prova, serve un Rinascimento europeo"

Sergio Mattarella al Corriere della Sera: "Mi piacerebbe pensare a un nuovo Rinascimento europeo, aperto al mondo intero".  

Mattarella: "Il Mediterraneo è il nostro banco di prova, serve un Rinascimento europeo"
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Preroll

globalist Modifica articolo

21 Aprile 2023 - 11.15


ATF

Sergio Mattarella ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha parlato del suo recente viaggio di Stato in Polonia e Slovacchia, riaffermando la necessità di un nuovo spirito europeo.

Il presidente della Repubblica ha parlato di «fraternità europea come acquisizione di consapevolezze più autentiche, che abbiano la meglio anche su narrazioni correnti di crisi di convivenza con gli immigrati che giungono sulle nostre coste o agli altri confini d’Europa, fuggendo da guerre, carestie, sconvolgimenti climatici».  

«Buoni esempi di fraternità europea non mancano: le porte aperte ai profughi ucraini e la generosità ad essi mostrata da Paesi come la Polonia parlano da soli. Tuttavia i principi sono tali se non ammettono declinazioni di comodo. La fraternità sarebbe più forte se fosse sempre ugualmente riservata a chi fugge da altre guerre, da altra fame, da altre catastrofi, lungo la linea del Mediterraneo, per esempio. Al centro deve essere la persona e i suoi diritti, senza distinzione, come recita l’articolo 3 della Costituzione `di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali´».

«L’Europa è anche il mare che l’Italia abita, fendendolo nel mezzo fino a sfiorare le coste africane. Ce lo ricorda, con lo straordinario Fernand Braudel, Predrag Matvejevic: `Sul Mediterraneo è stata concepita l’intera Europa´. Il Mediterraneo è il nostro banco di prova come capacità di affermazione dei valori europei e come capacità di dispiegare politiche di cooperazione per fronteggiare, governandoli, fenomeni complessi».

«Nell’immaginario collettivo, che corrisponde alla realtà, il Rinascimento è il prodotto dell’ingegno italiano in uno stato di grazia particolare. L’innesco dell’esperienza è partito, certo, nel Quattro e Cinquecento dalle città italiane per diffondersi però, poi, nelle corti europee. È dalle reciproche influenze che prende corpo una dimensione di cultura artistica e architettonica europea, riflesso di una matrice umanista emersa nei secoli. Il sentimento di appartenenza era, dunque, a una grande cultura, che non separava est e ovest europeo ma permeava ogni ambiente intellettuale. Spes contra spem , mi piacerebbe pensare a un nuovo rinascimento europeo, aperto al mondo intero».  

Per il Capo dello Stato «completarsi a vicenda tra persone, tra esseri umani, tra cittadini europei», rappresenta «quanto di più significativo si possa immaginare per l’Europa `unione delle diversità´, ispirata da una visione che sappia guardare lontano, senza il rischio della lusinga dell’inciampo in limes , in barriere artificiosamente create».

Native

Articoli correlati