Renzi guarda a destra, da Azione non si esclude che il 'centro repubblicano' dialoghi con Pd e M5s
Top

Renzi guarda a destra, da Azione non si esclude che il 'centro repubblicano' dialoghi con Pd e M5s

Il processo di divorzio è stato raggiunto in modo consensuale e già attuato. Tuttavia, resta ancora da definire la questione riguardante la patria potestà del nome e dei gruppi che originariamente costituivano il cosiddetto Terzo Polo

Renzi guarda a destra, da Azione non si esclude che il 'centro repubblicano' dialoghi con Pd e M5s
Preroll

globalist Modifica articolo

18 Agosto 2023 - 18.21


ATF

Il processo di divorzio è stato raggiunto in modo consensuale e già attuato. Tuttavia, resta ancora da definire la questione riguardante la patria potestà del nome e dei gruppi che originariamente costituivano il cosiddetto Terzo Polo, ma che ora si presentano come una coalizione divisa: Azione-Iv.

A partire dal mese di settembre, si svilupperà una sfida tra Carlo Calenda e Matteo Renzi riguardo a questa situazione. Nonostante la pausa estiva, Renzi è descritto come molto attivo. Il piano di Renzi è ancora avvolto nel mistero, ma alcuni membri di Italia Viva stanno proponendo di utilizzare le assemblee dei gruppi di Camera e Senato per cercare di mettere “in minoranza Calenda”. Questa impresa non è affatto semplice, considerando che vi sono tensioni e malumori sia nel campo renziano che in quello di Azione.

Nel fronte di Calenda, ci sono almeno un paio di membri che hanno avuto difficoltà ad accettare la decisione di separarsi da Renzi e optare per la formazione di gruppi separati. D’altra parte, in Italia Viva, alcuni esprimono disagio riguardo all’orientamento di Renzi verso il campo del centrodestra, insieme a certe scelte in merito alle nomine interne, e sembrano stanno considerando Azione come un’eventuale alternativa.

Leggi anche:  Calenda a Schlein: "In bocca al lupo per Renzi, se ti dice ti voglio bene fuggi"

È evidente che vi sia un divario ormai invalicabile tra i due leader, tanto che Calenda afferma: “Con Matteo Renzi abbiamo già divorziato”. Se i Gruppi parlamentari restano uniti, “non posso farci niente. C’è il mio cognome nel simbolo, la decisione la deve prendere Renzi. Comunque siamo due partiti diversi e andremo separati alle Europee. Al cento per cento.”

La risposta da Italia Viva è altrettanto fredda: “Calenda ha scelto di non fare le liste per le europee assieme a noi, sta facendo tutto da solo”.

Quello delle europee è, infatti, la vera sfida che Matteo Renzi è deciso a giocarsi fino all’ultimo, consapevole anche di poter guardare alla sua destra, in direzione Forza Italia. Il partito sta vivendo una fisiologica fase si riorganizzazione dopo la scomparsa del presidente Silvio Berlusconi. Di questo potrebbe approfittare FdI, partito che attualmente detiene la golden share della maggioranza. Ma anche lo stesso Renzi, consapevole di suscitare interesse nell’elettorato più moderato del partito azzurro.

Leggi anche:  Calenda boccia ancora il 'campo largo' e rilancia l'idea del centro serio

Tra i dem, in ogni caso, non si registrano allarmi per le mosse dell’ex segretario. Anche nelle fila riformiste e moderate dem prevale «la responsabilità di tenere dritta la barra del Pd sul pluralismo interno, necessario in un partito come il nostro. Guardiamo con attenzione a quello che accade, ma non c’è alcuna preoccupazione». Il tema, semmai, è capire cosa faranno Azione e Più Europa, formazioni con le quali Elly Schlein ha avviato la campagna per il salario minimo e che potrebbero essere compagne di altre battaglie alla ripresa dei lavori parlamentari. Per Calenda le strade di Pd e M5s potrebbero tornare a incrociarsi sulle proposte che riguardano il Pnrr, industria 4.0 e sanità. «Noi siamo centro repubblicano e loro la sinistra», sottolinea il leader di Azione, «ma troviamo il modo di collaborare».

Native

Articoli correlati